Da Pulsano a Leuca fino a Santa Sabina: viaggio attraverso i baluardi del Salento

Storia delle torri costiere salentine nate come edifici di vedetta per favorire il sistema difensivo del territorio e rimaste oggi bellissimi esempi di architettura.

Un’antica leggenda narrava che la grande muraglia cinese fosse visibile dalla luna finché un giorno l’uomo sulla luna non ci è andato per davvero e anche quel mito venne sfatato. Ma se invece di cercare il mistero altrove seguissimo le tracce che i secoli hanno lasciato sul nostro territorio allora, forse sì, troveremmo qualcosa che, chissà, una volta dal cielo si sarebbe potuto vedere.

Perché, per quanto romantico o fantasioso possa sembrare, non è poi tanto assurdo che, in un tempo lontano, privo dell’inquinamento luminoso di oggi, i barlumi dei bracieri, posti in cima alle torri disseminate lungo tutta la costa salentina, ne ricalcassero, come stelle, profilo e contorni.

Dopo tutto, al Salento, non e mai servito circondarsi di mura come per il celeste impero: il dono di trovarsi nell’abbraccio di due mari lo ha spinto, al contrario, a non chiudersi in se stesso e a godersi questo raro e straordinario privilegio ma, quand’anche il pericolo fosse arrivato, come arrivò, dall’Adriatico o dallo Ionio, il sistema difensivo di cui normanni, svevi, angioini e aragonesi lo resero, via via, capace sarebbe sempre stato pronto a intercettare e comunicare, in breve, qualsiasi tentativo di incursione si fosse affacciato all’orizzonte.

Grandi o piccoli che fossero, infatti, fin dalla loro costruzione questi avamposti seppero garantire una difesa assai miglioredi quella che, precedentemente, potevano fornire i cosiddetti “cavallari” (sentinelle incaricate di perlustrare la costa e avvertire la popolazione in caso di attacchi) e, soprattutto, assicurarono alla nostra cultura di perdurare e giungere fino a noi, sorte, che, purtroppo, non fu quella che toccò a loro.

Con la progressiva stabilizzazione geopolitica del mediterraneo, il volgere al termine delle scorrerie piratesche e saracene e il farsi avanti delle nuove tecnologie, appunto, le torri costiere persero gradualmente il loro ruolo di vedette finché, verso la metà dell’800, le autorità non decisero di cominciare a venderne alcune ai privati, cosa che ne consentì, in parte, la preservazione.

Per le altre, invece, l’incuria e lo scorrere inesorabile degli anni ne decretarono, come è noto, la fine e il diroccamento al punto che, delle decine e decine di postazioni presenti in ogni angolo della nostra fascia costiera, non rimangono che pochi e solitari bastioni, spesso malandati, a rendere testimonianza di un epoca ormai tramontata.



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