​Cannole, un paese sospeso tra l’inclinazione allo sviluppo e la forza della Storia

Masseria Torcito, la leggenda dei Templari, Tursani, il Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà Contadina e una Pro Loco che ha saputo, con l’attenzione al proprio territorio, trasformare Cannole da silente borgo contadino in meta turistica nota in tutta Italia.

Proseguendo per il nostro giro nel Salento, dopo Martano e Carpignano, voglio questa settimana fermarmi a Cannole. Il paese, che dista circa 8 chilometri dalla costa adriatica e 30 chilometri da Lecce, si estende ad est verso i laghi Alimini.
 
Questo delizioso centro dell’entroterra, è appartenuto anch’esso in passato al territorio della Grecìa Salentina. Nei primi anni del 1800, infatti, lo studioso Pacelli di Manduria ha tracciato una carta dalla quale risultavano di lingua e tradizioni greche, oltre ai nove comuni della odierna Grecìa, anche Cursi, Sogliano Cavour, Cutrofiano e Cannole.
 
Tornare a far parte oggi di questa unione di comuni, legati dalle stesse origini, è un diritto ereditato dalla Storia che dev’essere rivendicato con forza. Cannole, bella e straordinariamente interessante, vanta la presenza di 12 masserie. Tra queste brilla di luce propria Torcito, situata a ridosso del paese, che rappresenta uno degli esemplari più significativi di questi magnifici modelli di edilizia rurale.
 
Suggestivi e accattivanti, gli studi di Cristiano Villani e Salvatore Fiori, che hanno indicato a Cannole la presenza in località Vigne Tursani di un tenimento appartenuto alla Precettoria Templare di Lecce.
  
Il Museo Ubaldo Villani, fortemente voluto e realizzato dalla Pro Loco di Cannole, da visitare assolutamente, ne conserva numerosi reperti  come l’architrave recante un’epigrafe datata 1205.
  
Testimonianza della storia della zona, oltre ai maestosi ulivi secolari, sono le strutture medievali come Casina Tursani, Chiesa di Santu Lasi, le quattro torri di avvistamento e la Cripta dei pellegrini.
  
Ricerche compiute nell’area di Cannole hanno anche accertato l’esistenza in zona Santu Lasi di villaggi riferibili a gruppi neolitici di agricoltori-allevatori che si insediarono su questo altopiano sfruttando la visibilità ottimale per difendersi da eventuali attacchi ad opera di altre comunità preistoriche.
  
Cannole, luogo del cuore e segno dei tempi, non può prescindere dalla propria Storia che la rende misteriosa e attraente sempre. Ciò nonostante, la sua veste migliore Cannole la indossa nel mese di agosto, quando per quattro giorni si mobilita e accoglie la sagra gastronomica più autentica del Salento, la Festa della Municeddha. Una grande Festa della quale è protagonista indiscussa una Pro Loco attiva che, forte dello spirito di coesione che anima tutti i soci, è riuscita a creare un circolo virtuoso capace di generare un importante cambiamento nell’assetto socio-economico del territorio. Le crescenti richieste da parte dei visitatori hanno di  fatto sviluppato un nuovo settore economico, quello  ricettivo, che ha registrato nel 2015 circa 26.000 presenze.
 
I turisti che scelgono Cannole sono espressione di quel turismo esperienziale che permette di stabilire un contatto profondo fra il visitatore e la comunità che lo ospita, con la sua cultura, le tradizioni, le risorse naturali e artistiche e, infine, con il cibo.
  
Arrivare a Cannole e innamorarsene è probabilmente una magia. Conoscerla e amarla diventa senza dubbio una  disincantata necessità.
 
A cura di Tiziana Protopapa



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