Nasce ‘Vegamaro’, il primo vino per vegani prodotto in Salento

L’innovativo prodotto è stato presentato nei giorni scorsi al ProWein di Düsseldorf, in Germania, un’autentica novità, in cui non vi è traccia alcuna di sostanze di origine animale.

Il vino, si sa, come la birra e gli alcolici in genere, è un po’ la bestia nera dei teorici delle diete vegetariane e vegane a vario titolo.
E si, perché, per quanto ottenuto dalla spremitura dei grappoli d’uva, la produzione di quest’ultima prevede l’utilizzo di fertilizzanti di origine animale e, come se non bastasse, la sua fermentazione si deve grazie alla presenza di particolari batteri che ne permettono il decadimento degli zuccheri e la conseguente trasformazione in alcool, appunto.

Va di per sé, quindi, che tutto ciò cozzi non poco con chi intende seguire un’alimentazione che esuli dallo sfruttamento di altri esseri viventi e dei loro derivati ma, si sa, il Salento è noto per essere la terra dove ci si industria per trovare una soluzione a tutto, anche a ciò che ad altri può sembrare impossibile.

Così, non più tardi di ieri, la cantina ‘Feudi’ di Guagnano, ha presentato al ProWein di Düsseldorf, in Germania, un’autentica novità, in cui non vi è traccia alcuna di sostanze di origine animale durante tutte le fasi del processo produttivo, come per esempio l’albumina d’uovo o la caseina: il “Vegramaro”, il primo Negroamaro al mondo per vegani e vegetariani.

“È grazie ai produttori di così alto livello afferma con soddisfazione Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia che la nostra regione è diventata la capofila di questo ‘rinascimento del vino’. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto. La rintracciabilità ed i marchi, peraltro, non sono meri principi teorici e filosofici, piuttosto valori economici che le imprese agricole e l’intero territorio di produzione devono recuperare.”

Destinato principalmente a quella fascia di consumatori che, sempre più, scelgono cibi essenzialmente vegetali alla base della propria alimentazione, il “Vegamaro” si colloca, pertanto, nell’ottica dell’eco-sostenibilità, tanto che anche il packaging, dall’etichetta alla bottiglia, dal “tappo bio” all’innovativa chiusura “carbon neutral” sono interamente realizzati con materiali rinnovabili.

La parola, adesso, passa a sommelier ed estimatori.

Luca Nigro



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