​Torcito, sedotta e abbandonata. Soldi pubblici e iniziative private, ma oggi la bella masseria è lasciata morire

Leccenews24 ha voluto accendere i riflettori sulla masseria Torcito che doveva diventare luogo di interesse culturale e turistico per l’intero territorio ma di fatto, oggi, è abbandonata a se stessa. Una storia a puntate che inizia con una intervista a Rino Palma, ex- sindaco di Cannole

Se non conoscete Torcito, varrebbe le pena farsi un giro in quel tratto di terra che guarda verso l’Adriatico, dove i tanti i paesini poco popolosi fanno da corollario alla bellezza di Otranto. Tra questi paesi dall’aspetto tipicamente mediterraneo, si inserisce Cannole, un paese che esprime con forza la sua appartenenza a questo territorio ricco di storia, di cultura e tradizioni.

Arrivando da Lecce o da Otranto, si incontra la masseria Torcito proprio a ridosso dell’ingresso del centro abitato. Torcito, ha da sempre intrecciato la sua storia con la comunità di Cannole che si sente legata con un filo indissolubile a questo sito archeologico, oggi vittima del degrado.

Un sito che nel tempo è stato argomento di confronto dialettico tra le Istituzioni interessate, ma che da anni ormai langue come un valoroso cavaliere ferito a morte, incapace di rialzarsi, con la sua armatura arrugginita ormai preda di distese di sterpaglie, erbacce e rifiuti.

Torcito, con i suoi 200 ettari oggetto di rimboschimento da parte del Corpo Forestale dello Stato; Torcito, idea tradotta in plastico, che doveva diventare luogo di interesse culturale e turistico per l’intero territorio; Torcito recuperata e consegnata al territorio; Torcito lasciata sola al suo destino; Torcito consegnata in mano di gente senza scrupoli, oggi sventrata e trafitta al cuore dalla superficialità e dall’ignoranza.

Con un piccolo passo indietro raccontiamo di Torcito che, a cavallo degli anni ’90, un’idea della Provincia la immagina diventare “Parco del Mediterraneo”, un’idea concretizzata in un progetto visibile, in quei tempi, nel plastico esposto per anni nell’atrio del secondo piano di Palazzo dei Celestini. Ma l’idea progettuale non era condivisa da tutti e furono i necessari confronti con le organizzazioni ambientaliste a scongiurare che questo sito con importantissime testimonianze storiche diventasse retaggio degli amanti del pic-nic domenicale. Ma anche con le dovute modifiche, del progetto non se ne fece nulla e mentre il plastico andava in rovina, anche Torcito seguiva la stessa mala sorte.

Fu l’Amministrazione Provinciale guidata da Lorenzo Ria tra il 1995 e il 2004 a prendersi in carico il recupero di Torcito. Un’amministrazione che aveva creduto nelle potenzialità di questo sito come attrattore turistico e aveva restituito, con un investimento pari a 5 miliardi delle vecchie lire, dignità a questo territorio. A prendersi cura di Torcito, la Pro Loco di Cannole che proprio da questo complesso masserizio ne mutua il nome. Nasceva così all’interno del parco un punto informazioni per i turisti che avevano a disposizione anche guide turistiche che la stessa Pro Loco attraverso corsi gratuiti aveva formato. Si erano realizzati percorsi ciclabili e percorsi di trekking nel Parco di Torcito e si tenevano regolarmente convegni, incontri e tante altre iniziative a cura della Pro Loco e di qualche altra associazione. In definitiva, tutto sembrava poter andare finalmente nella direzione della valorizzazione del territorio.

È il 2003, quando con una delibera della Giunta Provinciale, datata 26 settembre, si trasmettevano ad una Banca d’Affari di San Marino e alla Global Consulting, uno studio di fattibilità per  il “Parco della Puglia – Dai dolmen alle cattedrali e all’Europa moderna” e si avviava la contemporanea ricerca di investitori per sviluppare questo progetto, capace di trasformare l’intera area di Torcito e dare nuovo impulso all’economia della zona. Fu il momento in cui vennero fatti a Cannole anche investimenti considerevoli  da parte di privati che credevano fortemente in questi programmi di sviluppo e che non esitarono ad investire le proprie energie e le proprie risorse economiche in progetti turistici con l’auspicio di veder crescere strategicamente il sistema economico-produttivo di questo paese, che non poteva che avvantaggiarsi dalla vicinanza di una Torcito rinata.

Anche dopo il cambio di guardia alla Provincia, la masseria aveva continuato a vivere e per la riqualificazione di Torcito, la Provincia aveva ottenuto finanziamenti cospicui anche se le opere non vennero mai realizzate.
Malgrado questo stop, ad alcune associazioni fu concesso lo spazio per organizzare, in estate, concerti con artisti di fama internazionale che avevano attirato a Cannole migliaia di appassionati e turisti. Ma la favola bella di Torcito finisce qui.

Della pagina di storia più brutta, quella recentissima che ha visto fallire l’idea di una governance partecipativa che intendeva trasformare Parco Torcito in un contenitore ambientale e culturale di pregio, parleremo più avanti. Poiché vogliamo scuotere le coscienze di chi può e deve fare.

Nel tempo solo i privati hanno continuato stoicamente ad investire intorno al Parco Torcito
, trasformando in pochi anni Cannole, da paesino agricolo in destinazione turistica. Basti pensare che le presenze turistiche registrate dall’Osservatorio sul Turismo della Regione Puglia, hanno raggiunto nel 2009, le 22mila unità. Un dato veramente  importante se messo in relazione con i 1700 abitanti del piccolo comune.

Leccenews24 non abbandonerà Torcito e insieme a voi, proverà a smuovere il pachiderma della burocrazia che tenta di calpestare i sogni di chi vuol vedere vincere la bellezza di questa terra.

Oggi, per parlare di Torcito, abbiamo incontrato Rino Palma, ex- sindaco e autore del libro “Cannole –Una pagina di Storia recente”  pensato come sasso in uno stagno.

Con il suo libro, si ripercorre quel pezzo di strada che doveva portare questo territorio ad imporsi come attrattore turistico; quando e perché ci si è arresi al nulla?

Nel libro si ripercorre un periodo di storia che, se portata a compimento, avrebbe significato un  importante rilancio di tutto un territorio. Ma per venire alla sua domanda circa l’essersi arresi al nulla, bisogna ricordare che, rispetto ad un bene pubblico, qualunque interesse o arrendevolezza viene solo supportato dalla politica e dai suoi indirizzi strategici. Le ragioni dell’essersi arresi vanno ricercate negli indirizzi politici del periodo e nelle possibili difficoltà finanziarie.

Cos’ha rappresentato Torcito per Cannole, nel passato recente e cosa potrebbe ancora rappresentare nel futuro prossimo?

Cannole da sempre è stata legata a Torcito. Torcito è parte del tessuto urbano della nostra cittadina. Esso è sempre stato visto come l’unica possibile occasione di sviluppo economico ed occupazionale. Quando quel sito brillava di luce intensa, erano gli anni post  recupero architettonico ed ambientale, esso era meta di eventi di tipo convegnistico, musicale e culturale. Dava lavoro a diversi giovani e concretizzava l’idea di quanto poteva contribuire alla crescita del territorio. Cosa può ancora rappresentare nel futuro? Tanto è tanto ancora perché,  se pur nel totale abbandono di questi ultimi anni, esso conserva intatto il suo appeal e la sua capacità di captare quel turismo amante della storia, della natura e delle tradizioni. Per questo motivo Torcito deve tornare a vivere.

È
sempre più facile smuovere folle contro chi fa; forse oggi servirebbe una “chiamata alle armi” anche contro chi “non fa”, lasciando morire d’incuria il nostro patrimonio storico-culturale. Si può immaginare una rete comune che faccia quadrato intorno a Torcito?
E’ la pochezza politica che può muovere le folle contro chi fa o chi tenta di dare un senso di speranza in momenti di così triste sofferenza economica ed occupazionale. Nasce in chi si nutre di sentimenti di invidia e di gelosa conservazione del proprio status. Mi chiede se serve una chiamata alle armi? Non saprei, ma certamente questo vivere nell’oblio di qualcosa che qualcun’altro deve fare per te, è la dimostrazione più logica del vecchio detto “armiamoci e partite ” ed in virtù di ciò’ nessuno si muove e nessuno parte. L’incuria e l’abbandono sono lo stato dell’arte di un momento in cui nessuno sa dare un segnale di fiducia e di cambio di rotta.

Cambiare rotta? È possibile ma bisogna avere voglia, interesse, coraggio ed un pizzico d’orgoglio.

di Tiziana Protopapa