Lecce, ci siamo sfogati? Domenica arriva il Fondi: la meta resta la Serie B

La sconfitta rimediata contro il Foggia lascerà ferite aperte a Lecce per molto tempo. Ma dopo tre giorni di contestazione contro Padalino, ora c’è da pensare al Fondi, uno degli ultimi scogli da superare per sperare nella Serie B. Oggi seduta di allenamento pomeridiana.

Sono stati tre giorni intensi, furenti, con i nervi a fior di pelle. Tre giorni in cui non si è parlato d’altro in città: la disfatta sportiva del Lecce a Foggia, e alcuni comportamenti aspramente criticati al tecnico Pasquale Padalino, hanno fatto esplodere la rabbia dei tifosi di un intero territorio, culminata nella richiesta alla dirigenza di allontanamento dell’allenatore.
 
Rabbia comprensibile che di certo non si esaurirà a breve termine. Troppo cocenti le tre reti subite in 90’ minuti di nulla totale da parte di una diretta concorrente per la promozione che adesso sembra aver preso il largo in classifica, troppo molle l’atteggiamento di una squadra che, definire attendista sarebbe un complimento. Ancora difficile, poi, da mandare nell’archivio remoto dei pensieri le immagini di un mister Padalino che abbraccia un avversario dopo tre sberle ricevute in pieno volto.
 
Non si è pensato ad altro in questi giorni. Alla ripresa degli allenamenti un gruppo di tifosi ha urlato il proprio dissenso verso il trainer foggiano, poi la società è intervenuta. Interrompendo per un pomeriggio il silenzio stampa imposto a tutti i tesserati, il Presidente Onorario Sticchi Damiani, il Ds Mauro Meluso e lo stesso Padalino sono tornati sulla inverosimile giornata di domenica in terra di Capitanata. Hanno chiesto scusa, sono apparsi profondamente rammaricati e delusi e hanno professato fedeltà alla causa fino alla fine. Forse la conferenza poteva essere convocata prima, magari già il giorno dopo il KO, ma l’importante è che ci sia stata, perché tutti dovevano rendere spiegazioni.
 
D'altronde è quello che hanno chiesto fin dal triplice fischio finale i tifosi: volevano risposte ai tanti ‘perché’ balenati per la testa di tutti nelle ore successive alla sconfitta contro i Satanelli. I sostenitori giallorossi si sono sfogati: allo stadio ‘Zaccheria’, in pullman di rientro a Foggia, nei pressi dell’Hotel Tiziano al rientro della squadra (o almeno di una sua parte); e poi ancora allo stadio martedì pomeriggio, per non parlare dei social network e delle piazze cittadine. Come dire: le valvole di sfogo ci sono state eccome.
 
Ora però basta. Basta tornare su comportamenti ribaditi e condannati perché c’è ancora una cosa, chiamata Serie B, che, se qualcuno non se ne fosse accorto perché distratto dalle ultime beghe, dista 5 punti. Sono tanti, tantissimi se si pensa all’ultima partita, ma restano otto gare ancora da disputare, con in palio la bellezza di 24 punti. Difficile fare bottino pieno, tanto per il Lecce quanto per il Foggia, ma non provarci sarebbe deleterio. Sciocco. Irriverente. Per non parlare della finestra dei playoff che, fino a prova contraria, qualcuno li vincerà.
 
Se qualcuno non ci crede, è comprensibile, ma se ne stia a casa. Se invece c’è ancora qualcuno che ci spera, deve continuare a farlo fino alla fine: anche stando in silenzio, anche contestando domenica, ancor meglio se lo fa incitando e sostenendo una squadra che in 30 partite ha raccolto 61 punti, ma lo faccia fino in fondo.
 
L’obiettivo ora si chiama Fondi. La gara al momento più difficile di tutte, la più dura di tutto il campionato, soprattutto per i motivi sopracitati. Steccare quella gara per Padalino e i suoi uomini non è concesso: non si può perdere l’occasione di rialzarsi subito dopo una sconfitta, non si può non dare una risposta a un ambiente scosso e provato e non si può non provare a sperare di recuperare qualche punto sul Foggia che, in contemporanea, renderà visita a un Catania alla ricerca disperata di punti. L’obiettivo si chiama Fondi, la meta si chiama Serie B.



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