Finalmente è ufficiale: il Foggia è in Serie B e per il Lecce non resta che proiettarsi definitivamente ai playoff. È quasi insignificante il 2-2 dei Satanelli ottenuto a Fondi perché a contribuire alla festa è un disastroso Lecce che cade in casa sotto i colpi del Messina guidato dal duo Lucarelli-Conticchio. L’emergenza in difesa non giustifica una prestazione senza mordente dei salentini che raccolgono un’altra dose di fischi in questo finale di stagione.
Perucchini, 6: sollecitato poco e male dagli attaccanti arrivati dallo Stretto, risponde sempre presente con attenzione e reattività. Nel primo tempo si gode lo spettacolo (per modo di dire) da lontano, nella ripresa invece il Messina si spinge in qualche incursione in più, fino ad arrivare al gol di Anastasi: può poco quando la difesa si apre in tal modo.I
Agostinone, 5: torna titolare e lo fa nell’atipica veste di esterno sinistro di centrocampo, pronto a ripiegare in fase di non possesso. Discreta la sua prova soprattutto nella prima parte di gara, mentre nella ripresa si lascia andare a qualche svarione di troppo con interventi fuori misura e tempi sbagliati di inserimento. Rimedia anche un giallo al 24esimo del secondo tempo.
Drudi, 6: stringe i denti l’ex Santarcangelo dopo un lieve acciacco muscolare che lo ha raggiunto in settimana pur di non gettare la difesa nell’emergenza più assoluta. Sbaglia poco quanto nulla, mostrando a tratti anche il suo lato più rude pur di non rischiare, ma in occasione del gol Anastasi gli sguscia davanti. Le sue condizioni fisiche non sono però al top, e alla mezzora della ripresa lascia il posto a Vitofrancesco, toccandosi la coscia al momento di abbandonare il campo.
dal 27’ s.t. Vitofrancesco, senza voto:entra per l’ultima parte di gara, provando a farsi vedere con qualche spinta laterale.
Arrigoni, 6-: posizionato nell’inedita posizione di centrale di difesa considerate le tante assenze in reparto, prova a far valere più la sua intelligenza rispetto alla sua stazza fisica. Legge bene molte situazioni, ma sul gol del vantaggio degli ospiti, affronta l'assistman Milinkovic con eccessiva leggerezza.
Ciancio, 6-: fa la voce grossa nella difesa a tre disegnata per l’occasione da Padalino e Di Corcia. Sulle palle alte deve fare il lavoro extra per sopperire ai centimetri mancanti ad Arrigoni. Sfiora il gol all’ultimo minuto della prima frazione sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma la sua girata si perde di poco alta. Si fa apprezzare anche per qualche cavalcata in avanti, ma quando il Messina inizia a spingere maggiormente inizia a soffrire: il gol di Anastasi, propiziato da Milinkovic, arriva dalle sue parti.
Lepore, 5.5: da autentico uomo tuttofare oggi si adatta ora da terzino destro, ora da esterno d’attacco, fino anche a uomo aggiunto per l’attacco. L’impegno come al solito non viene mai meno, ma non incide più di tanto. Punizione insidiosa al 45esimo, messa in angolo con un colpo di reni dall’estremo difensore ospite.
Tsonev, 5+: nel primo tempo è l’unico che riesce a dare maggiore fluidità alla manovra dei salentini pur concedendosi qualche passaggio di troppo sbagliato. La musica non cambia nel secondo tempo quando, al netto del possesso palla, il Messina pare più voglioso.
Costa Ferreira, 5: ci mette tanto a carburare e a prende il giusto ritmo. Inizia a rendersi pericoloso dal 40esimo quando un suo tiro insidioso, un destro a filo d’erba, chiama Berardi a una bella opposizione. Ammonito al tramonto del primo tempo, prova a inventare qualcosa di interessante nella ripresa, senza successo. Esce a un quarto d’ora dal triplice fischio finale.
dal 30’ s.t. Maimone, senza voto: ci mette la solita prestanza fisica, in un centrocampo che però non ha retto per tutti i 90 minuti.
Pacilli, 6-: gara generosa la sua fatta di corsa e ricorsa, ma povera dal punto di vista dell’estro e della fantasia. Ci ha abituati ad altre prestazioni che speriamo di rivedere nel corso dei playoff.
dal 16’ s.t. Caturano, senza voto: poco quando niente il suo apporto dato a gara in corso.
Torromino, 5: fa davvero tanta fatica per rendersi partecipe della manovra giallorossa, sbagliando tempi di inserimento e alcuni appoggi anche semplici. Bisogna attendere il finale di primo tempo per iniziare a intravedere qualche verticalizzazione e un paio di tiri partire dai suoi piedi. Entra con un altro piglio, inizia a ingaggiare sportellate, rendendosi pericoloso però solo al 22esimo con un tiro deviato in corner dal portiere.
Marconi, 5.5: che fisicamente stia bene non c’è dubbio, così come non v’è dubbio che sembra attraversare un periodo in cui non riesce ad essere protagonista della manovra. Corre tanto, si spende, e meriterebbe la gioia del gol, ma ad opporsi è un palo clamoroso al settimo della ripresa quando, sugli sviluppi di un corner, arriva a calciare a colpo sicuro con il piattone, ma si oppone a lui il legno alla sinistra di Berardi. Ancora una volta fallito l’esperimento di vederlo in coppia con Caturano.
Di Corcia (Padalino squal.), 4.5: con il tecnico foggiano squalificato, tocca al suo vice guidare la truppa giallorossa dalla panchina. Il tecnico prova a far dell’emergenza un’occasione per provare un’inedita difesa a tre, con al centro Andrea Arrigoni. L’idea regge tutto sommato un’ora, poi la difesa inizia a mostrare qualche limite fino a capitolare con il gol di Anastasi. Nell’ultima parte di match lo staff tecnico ripropone l’idea delle due punte centrali, ma nemmeno stavolta arrivano gli espetti sperati. Ci si augura che sia solo un periodo transitorio in attesa degli spareggi.