Da ‘genio del calcio’ a ‘incompetente’ in un click: succede a Lecce. Ma il prossimo mese servono almeno 10 punti

La sconfitta di Caserta ha esasperato gli animi dei tifosi del Lecce: i giallorossi hanno perso non solo la gara ma anche la vetta della classifica. Animi tesi sui social, ma la truppa di Padalino è in piena corsa e ha tutte le carte in regola per farcela. Serve solo unità.

Esiste una piazza nel sud d’Italia dove tutto sembra essere dovuto. Una piazza dove i tifosi soffrono tremendamente quando devono usare razionalità e sangue freddo. Per carità, ci sarà esasperazione, poca pazienza, sconforto dopo cinque stagioni in Serie C, ma la facilità con cui si passa dalle magiche emozioni all’isteria più cieca è disarmante. Lecce è così.
 
Ci si esalta per un bel filotto di vittorie, si crede di aver vinto il campionato dopo un mese, e dopo una sconfitta (ogni maledetta sconfitta, per fortuna che al momento siano state solo tre) si leggono commenti e si sentono voci che vanno dalla completa inadeguatezza di una rosa allestita con tutti i crismi e osannata 90 minuti prima, fino alle più assurde teorie complottistiche dai facili slogan tipo ‘la società non vuole andare in B’. Magari, direte voi, sono commenti che arrivano a caldo, subito dopo una sconfitta si sa che il sangue ribolle, c’è delusione. E invece no! I commenti di strapotere assoluto dopo un successo e di disfattismo becero dopo una sconfitta vanno avanti per giorni e giorni, fino alla partita successiva, prima di cambiare nuovamente opinione. Lecce è così.
 
Per carità, la squadra ci mette del suo, nel bene e nel male. Alterna grandi prestazioni senza possibilità di appello per gli avversari (su tutte la vittoria contro la Virtus Francavilla), a gare ribaltate con cuore e freddezza (come quelle di Catanzaro e Castellammare), fino a disastri completi, come l’ultima frittata contro la Casertana. Il Lecce è così.
 
Quindi, da sabato scorso, stando ai pareri dei tifosi, i giallorossi non saliranno nemmeno questa volta. Caserta ha fatto palesare troppi limiti, da ogni dove, non c’è più speranza. E pazienza se la vetta dista solo 1 punto (3 in caso di vittoria del Matera), il calendario nel prossimo breve periodo può aiutarci, gli scontri diretti ancora da disputare (perché è chiaro che gli scontri al vertice li vincono solo gli altri!). In altre piazze si respira entusiasmo, c’è fiducia nella propria squadra, anche se la testa della classifica dista 5 punti. A Lecce no.
 
“Ma noi siamo stati in Serie A, abbiamo avuto giocatori come Vucinic, Chevanton, Bojinov, mica possiamo perdere contro la Casertana”. Ribadiamolo ancora una volta allora: il Lecce è in Lega Pro. Ha una squadra da Lega Pro, un allenatore da Lega Pro, sponsor da Lega Pro e tifosi da Lega Pro. Guardiamoci allo specchio, una volta tanto.
 
Gli errori ci sono stati, e ahinoi ci saranno ancora: la questione è farne meno possibile e sperare che gli altri ne facciano qualcuno in più. La roulette della Serie C funziona così. Certo, però, che tra tutti gli adagi letti in questi ultimi giorni va ricordato anche quello che recita “aiutati che Dio ti aiuta”. E si, perché qualcosa nel Lecce adesso deve cambiare.
 
Non devono saltare teste, ma devono solo funzionare meglio. Prestazioni come quella di Caserta, adesso, non sono più tollerabili. Non c’è possesso palla che tenga: se non entri in campo con la giusta mentalità e non si è lucidi sotto porta non si farà altra strada.
 
Il Lecce di Pasquale Padalino ha dimostrato che quando vuole ci sa fare in questa categoria, bisogna solo ricordarselo. La gara contro la Casertana bisogna averla sempre in mente, per ricordarsi di come non si imposta una partita.
 
Ora il calendario può essere amico. A febbraio il Lecce affronterà il Siracusa, la Reggina, la Vibonese per poi aprire marzo con le sfide contro Virtus Francavilla e Catania. Poi il big match contro il Foggia. Un filotto di partite che devono segnare la svolta decisiva. Nell’immediato futuro, ovvero nelle prossime quattro gare, cascasse il mondo, servono non meno di 10 punti. Serve per l’ambiente (da rasserenare), per lo spogliatoio, per il mister e per il resto delle avversarie che devono tornare a temerci.
 
A Padalino e ai suoi ragazzi il compito di continuare la guerra (soprattutto di nervi).



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