Poligono di Torre Veneri, sopralluogo della Commissione parlamentare d’inchiesta

La Commissione parlamentare d’inchiesta in visita ai poligoni pugliesi, tra cui quello di Torre Veneri in Salento. I risultati del sopralluogo sono poi stati illustrati alla stampa locale durante un incontro in Prefettura.

“Abbiamo trovato una ampia disponibilità da entrambi i Comandanti dei poligoni visitati, un elemento significativo e importante. Non sempre capita di ricevere un’accoglienza così, aperta e informata, con cordialità e cortesia istituzionale”. Gian Piero Scanu, presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta, descrive in questi termini il clima di collaborazione riscontrato in Puglia in occasione della visita – avvenuta nella giornata di ieri ed in quella odierna – effettuata ai poligoni di Torre Nebbia (Barletta-Trani) e Torre Veneri (quest’ultimo presente, come molti ormai sanno, nel Salento). Assieme a lui, anche la vicepresidente, Donatella Duranti, ed i deputati Ivan Catalano, Gianluca Rizzo e Diego Zardini. Un’attenzione particolare, dunque, dedicata alla tutela della salute di chi lavora nelle aree militari, oltre che nei confronti delle persone residenti nelle vicinanze. Prioritaria, insomma, la salvaguardia dell’ambiente. Stamattina, gli incaricati dal Parlamento hanno ascoltato il Comandante del Poligono, l’RSPP, il medico competente e i presidenti di Lecce Bene Comune e Lecce Città Pubblica. Dopodiché, l’incontro con la stampa locale presso la Prefettura di Lecce al fine di comunicare alcune considerazioni.
 
“Quella militare viene definita come una gestione ‘domestica’, autoreferenziale”, prosegue Scanu. La Commissione, invece, intende laicizzare questa gestione, facendo sì che il concetto di terzietà possa venire garantito. “Il controllo delle condizioni di tutela e sicurezza viene svolto all’interno dello stesso ambito militare. E una nostra proposta di legge vorrebbe, di fatto, ‘terziarizzarlo’, in maniera tale che non vi sia una sovrapposizione di ruoli tra controllore e controllato”.

“La situazione che abbiamo trovato è complessa. Nel senso che a fronte di una grande apertura da parte della dirigenza militare, elemento estremamente positivo, rimane sullo sfondo una problematica ancora in piedi: l’effettivo svolgimento di tutte le bonifiche, la possibilità-necessità di eseguirle in maniera più massiccia, l’acquisizione di un livello di sensibilità che vada oltre quello attuale”. Il Presidente Scanu usa la terminologia ‘rigore operativo’ partendo anzitutto dalle persone e senza trascurare il patrimonio faunistico.
 
Eppure, a Torre Veneri, gli interventi a tutela dell’ambiente non sono affatto mancati. “Ci è stata data contezza di tutta una seria di iniziative legate alla caratterizzazione del territorio. Importante, ma non basta. Bisogna agire in maniera più radicale. In mare ci sono i segni di un certo uso che è stato fatto. Oggi, la dirigenza si pone il problema del recupero in superficie, ma il Governo dovrà fornire i mezzi per un recupero totale”. Emerso, inoltre, un altro aspetto. “Legato all'eventuale utilizzo in passato – rivela ancora Scanu – di un munizionamento di fabbricazione israeliana. Un utilizzo, a Torre Veneri, non acclarato, poiché nella precedente visita della Commissione d’inchiesta il tutto venne secretato. E noi vogliamo chiedere la de-secretazione, con estrema serenità, in modo da avere la conoscenza su quanto avvenuto. Non possiamo limitarci alla superficie delle cose, bisogna andare in profondità”.
 
Non solo. “Si è parlato di un appalto di circa 180mila euro vinto da un raggruppamento d’imprese – aggiunge il Presidente Scanu – che già da domani dovrebbe iniziare un’attività di bonifica. Ad ogni modo, dall’importo si capisce che non sarà un’azione radicale. Un’attività ottima che segnaleremo nella relazione da inviare al Governo, ma lo stesso Governo deve trovare i fondi per garantire proprio la radicalità. Le bonifiche sono atti dovuti, ma devono essere scientificamente realizzate da un interlocutore terzo. Anche l’Università del Salento si è detta prontissima a fare la propria parte”.
 
Venti commissari che controllano con dovizia ed esaminano caso per caso. “Quando si parla di valutazione d’impatto ambientale, si cerca sempre di coniugare alcuni aspetti. La salute delle persone è la condizione primaria. In un paese civile non si può subordinare il diritto della salute a quello del lavoro. Le cose bisogna farle rispettando le norme. E quando non vi sono, occorre scriverle. Ma l’atteggiamento riscontrato in questi giorni, in Puglia, possiamo dire che risulta davvero molto responsabile”.



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