Manca qualche giorno all’inaugurazione, ma il Teatro Apollo conquista già la scena delle ‘polemiche’

Manca solo qualche giorno e sul Teatro Apollo si alzerà finalmente il sipario. Un evento storico per la città di Lecce, ma finita l’inaugurazione’ si pensa già al futuro del gioiello leccese.

Un evento tanto atteso come l’inaugurazione del Teatro Apollo non poteva che essere “chiacchierato” e occupare, con un gioco di parole, il palcoscenico della scena leccese, tanto da oscurare altre questioni. Per troppi anni quel gioiello di inestimabile valore era stato nascosto dalle impalcature e ora che uno dei patrimoni artistico-culturali più belli sta per essere restituito alla città, giocoforza solleva polemiche e punti interrogativi. Manca davvero poco al 3 febbraio, quando si alzerà il sipario sull'edificio che domina via Trinchese con la sua maestosità, ma c’è chi non aspetta il grande giorno per fare qualche “appunto” come il candidato sindaco, Alessandro Delli Noci o il capogruppo del Partito Democratico in Comune, Paolo Foresio. 
  
Secondo l’ex assessore all’innovazione l’evento lascia l’amaro in bocca per il senso di esclusione avvertito da molti concittadini che, a suo dire, conferma quanto la cultura, nel capoluogo barocco, sia considerata un vantaggio per pochi eletti. Ma non è l’unico elemento critico. Secondo Delli Noci manca anche trasparenza nel progetto:  “Cosa ne sarà del teatro – si domanda – chiuderà il giorno dopo la pomposa inaugurazione, come verrà gestito?”.
 
“C’è di più. Mentre 104 città italiane, sperimentano con successo il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, uno strumento fondato sulla cura e la gestione condivisa dei beni collettivi, che permette ai cittadini liberi e associati di prendersi cura insieme alle amministrazioni locali dei beni di tutti – si legge nel comunicato a firma di Delli Noci –  ai nostri numerosissimi operatori culturali e ai nostri artisti locali riconosciuti a livello nazionale non è stato mai chiesto come si immaginano la gestione e la programmazione del Teatro, non è mai stato chiesto quale contributo possono e vogliono dare perché questo luogo diventi un contenitore aperto alla città e ai cittadini”.
  
Insomma, il candidato nella corsa alla poltrona più alta di Palazzo Carafa lancia alcune idee per evitare che l’Apollo diventi il cenacolo privato di pochi, come ad esempio il "biglietto sospeso", che permette a coloro che possono andare a teatro di lasciare un biglietto o una quota del biglietto pagato per coloro che a teatro non possono andare, non perché queste persone non amino e non apprezzino la lirica o l'opera, ma semplicemente perché non riescono ad arrivare alla fine del mese e soddisfare i bisogni primari delle proprie famiglie.
  
Non meno polemico l’intervento di Paolo Foresio che dopo aver appreso che la spesa stimata per la serata di gala del 3 febbraio, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, sarà di ben 160mila euro, non può far a meno di notare che è una cifra di gran lunga superiore a quanto è stato speso per l'inaugurazione del Teatro Verdi di Brindisi o del Teatro Giordano di Foggia, dove a dirigere l'orchestra fu chiamato un calibro da novanta come Riccardo Muti e dove parte delle spese furono coperte da sei sponsor privati. 
  
Due le perplessità del capogruppo del Partito Democratico al Comune di Lecce: l'Amministrazione come ha intenzione di coprire il costo dell'evento? Ha senso, si chiede, far pagare prezzi d'ingresso non proprio popolari e poi – come è stato annunciato – devolvere il ricavato in beneficienza, ma se non si ha la copertura economica necessaria a sostenere tutte le spese?
  
Infine, secondo Foresio il programma artistico non valorizza nessuna delle eccellenze salentine: "Va bene la direzione artistica della Ricciarelli, che ha un passato di collaborazione con il territorio, va benissimo il coinvolgimento dei musicisti dell'ex Ico Tito Schipa, ma perché non affidare, per esempio, la direzione dell'orchestra al leccese Massimo Quarta e le letture al nostro Premio Ubu Mario Perrotta? O ancora perché non avvalersi degli artisti che portano alto il nome di Lecce in Italia e nel mondo e che avrebbero meritato di essere su quel palcoscenico? Se si fosse fatto tutto questo, conclude Foresio , sarebbe stata percepita di più come una festa di tutti e non come la passerella di pochi". 



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