In fondo, quel grazioso bistrot chiamato “Il Benzinaio” ha lasciato più che un bel ricordo al capoluogo salentino. Nell’immaginario dei leccesi, infatti, il bar del film “Allacciate le cinture” di Ferzan Ozpetek sarebbe potuto diventare tale anche nella vita reale e non solo cinematografica. Partendo proprio da tale intuizione, dunque, l’amministrazione comunale è riuscita ad evitare che il chiosco dimesso dell’ex Stazione Agip – situato a due passi da Porta Napoli – scomparisse dalla città. Del resto, nel piano regolatore ne era prevista la demolizione. Dopodiché, la svolta. “Noi abbiamo sin da subito cercato di tutelarlo, ed una grossa mano ce l’ha data la notorietà di questo luogo. Il comune di Lecce ha acquisito l’immobile dal Gruppo ENI per circa 35mila euro e oggi vorremmo recuperarlo in itinere alle sue caratteristiche architettoniche, essendo ormai bene posto a vincolo”. Così il primo cittadino Paolo Perrone stamattina ha annunciato alla stampa l’idea di rinascita pensata per la vecchia area di rifornimento nata nel lontano 1952.
“La nostra necessità – ha poi riferito il sindaco durante una conferenza in sala giunta – è che il recupero non rimanga solo un simulacro, o la testimonianza della storia di un periodo. Deve sogere un’attività. Nel caso specifico, per certi versi deve rimarcare l’eco del film di Ozpetek e consolidare la capacità di Lecce di confermare la sua linea attrattiva turistica. Affinché ciò possa avvenire nel miglior modo possibile, noi ci rivolgiamo comunque ai privati, che avranno il compito di rispettare il progetto definito dall’Architetto Andrea Mantovano, ma soprattutto dei canoni. Una sorta di perimetro indicato. Riducendolo in una dicitura, garantirà mostre ed esposizioni, ma anche sostenibilità di carattere economico, unendo caffetteria con somministrazione d’alimenti e bevande, bookshop e via dicendo”.
“Dai privati attendiamo dunque dei progetti interessanti soprattutto dal punto di vista della gestione. Un conto è costruire un bar, un altro è impostare una proposta culturale e ricettiva. È stata una trattativa complessa, avendo ENI iscritto questo immobile a bilancio con importo ben maggiore di 35mila euro. Ovviamente – precisa infine – noi contiamo di recuperare questi soldi attraverso la locazione prevista dal bando, per nove anni, molto velocemente”.
Secondo l’arch. Maria Piccareta, Sovrintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Lecce, Brindisi e Taranto), “Questo rappresenta un esempio virtuoso di attività sul territorio. Il vincolo ne garantisce la tutela, permettendo di salvaguardare quegli aspetti che hanno reso tale il manufatto. Un’azione non passiva, ma che conferisce la possibilità di progettarla attivamente. Una progettazione mirata nel rispetto degli elementi cardine. Bisogna guardare questo tipo d’architettura con altri occhi”. Alla presentazione del progetto e del bando erano presenti pure l’Architetto Antonio Zunno (che insieme all’arch. Mantovano ha avuto modo di sciorinare la pianificazione nei dettagli) e l’assessore alle attività al Patrimonio del Comune di Lecce, Attilio Monosi.