Degrado e incuria nelle marine leccesi. Marco Giannotta ‘Nessuno ha mai ascoltato i bisogni dei cittadini’

Secondo Marco Giannotta, candidato al consiglio comunale nella lista Un’Altra Lecce le marine del capoluogo barocco devono essere messe al centro delle politiche amministrative: ‘non sono un salvadanaio, ma una risorsa culturale e identitaria per i leccesi’

Pinuccio, l’irriverente inviato di Striscia la Notizia in un servizio dalla marina di San Cataldo si congedò con una frase che ai telespettatori che (ancora) non conosce il Salento potrebbe sembrare quasi ironica: «Siamo a due minuti da Lecce, un turista può arrivare in barca, lasciarla nel porto e andare a visitare il bellissimo barocco…». Mai verità fu così sacrosanta. Se riuscisse a valorizzare le marine, il capoluogo salentino potrebbe diventare un’incantevole città d’arte affacciata sul mare. Per questo, secondo Marco Giannotta, candidato al Consiglio comunale nella lista “Un’altra Lecce” con Alessandro Delli Noci, si dovrebbe smettere di considerare le cinque località balneari come ‘un salvadanaio’ di introiti derivanti dalle tasse e cominciare a pensarle e considerarle come una risorsa culturale e identitaria per i leccesi, mettendole al centro delle politiche amministrative.
  
Il ragionamento del candidato al consiglio comunale di «Un’altra Lecce» è semplice: per Lecce, come per qualsiasi amministrazione comunale, l’IMU e la Tasi rappresentano le principali leve fiscali da cui attingere le risorse per l’erogazione di servizi al cittadino. A San Cataldo, come nelle altre marine, la gran parte delle abitazioni presenti rappresentano, per il cittadino leccese, una seconda casa “con aggravio del valore di tassazione rispetto alla rendita catastale di quell’abitazione”. Il principio che si dovrebbe applicare, secondo Giannotta è quello della destinazione della tassazione: « un abitante che paga l’Imu al massimo dell’aliquota è giusto che si veda restituire parte della “tassa pagata” in forma di servizi che passano dalla manutenzione delle strade per evitare gli allagamenti, all’illuminazione pubblica, alla eliminazione di tutto il degrado urbano di vario tipo. Se si tassa la proprietà immobiliare, e il cittadino, da buon contribuente, provvede al pagamento delle tasse, è giusto che egli possa beneficiare del servizio di decoro urbano del luogo in cui si trova l’immobile».
  
Insomma, secondo il candidato al consiglio comunale il degrado in cui versano da troppo tempo le marine è il risultato del disinteresse dell’amministrazione uscente e di quelle precedenti, ma la cosa peggiore è che gli abitanti delle ‘Cenerentole’ leccesi alla rabbia hanno aggiunto la rassegnazione, come se non si potesse più far nulla per cambiare la situazione. E non a caso Giannotta ricorda il caso Casalabate, persa da Lecce per volontà dei cittadini estenuati “dallo stato di abbandono e di disattenzione che l’amministrazione leccese ha perpetrato per oltre vent’anni”.

(Pubbliredazionale Elettorale)



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