Dall’Italicum al ‘Legalicum’, la Consulta boccia il ballottaggio. Sì al premio di maggioranza

La Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sull’Italicum, ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dalla legge elettorale, mentre ha dato via libera al premio di maggioranza per il partito che supera il 40% dei voti alle elezioni.

La Consulta si è pronunciata e l’Italia ha finalmente una legge elettorale immediatamente applicabile. L’Italicum, che qualcuno ha già ironicamente ribattezzato “Legalicum” (Grillo, ndr) è stato esaminato e depurato dal ballottaggio, definitivamente archiviato dalla Corte; resta il premio di maggioranza, tuttavia i capilista che dovessero essere eletti in più seggi riceveranno l’assegnazione per mezzo di un sorteggio.
 
L’Italicum, legge elettorale in vigore dal luglio 2016, passata all’esame della Consulta, è stata impugnata da un pool di avvocati nella veste di cittadini ed elettori; eliminato il ballottaggio, resta invece il premio di maggioranza per il partito che supera la soglia del 40% dei voti. Giudizio di illegittimità è toccato anche a quella disposizione che consentiva  al capolista eletto in più collegi, di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d'elezione; resta salvo il criterio dell’assegnazione del collegio con sorteggio.
 
“Un buon risultato, anche se si poteva fare di più – dichiara all’Ansa Lamacchia, avvocato  del comitato che ha convinto il tribunale del capoluogo piemontese a rivolgersi alla Corte Costituzionale per un vaglio dell'Italicum – Ha prevalso il concetto del valore della rappresentanza dei cittadini e l'importanza del loro voto. Forse si è persa l'occasione per affossare definitivamente una legge che a nostro avviso era antidemocratica. Ma tutto sommato è un risultato positivo".
 
Mentre i leader dei maggiori partiti nazionali (Pd, Movimento 5 Stelle e Noi con Salvini) commentano chiedendo elezioni subito, nel Salento arrivano le prime reazioni alla sentenza tanto attesa: “"Una decisione che dà piena continuità, come del resto ci si aspettava, rispetto alle pronunce precedenti – dichiara a caldo il senatore Dario Stefàno, Presidente della Giunta Elezioni e Immunità – Sebbene la sentenza della Consulta ci consegni una legge suscettibile di immediata applicazione, resta il tema dell'uniformità, dell'omogeneità dei dispositivi elettorali tra le due Camere. E l'esigenza di leggi omogenee per Camera e Senato richiama naturalmente ad una precisa responsabilità il Parlamento che ha il dovere di legiferare, con puntualità e senza partorire soluzioni abborracciate, evitando così di mettersi nella condizione di subire eventuali legittimi richiami e esortazioni da parte del Capo dello Stato. In caso di inerzia parlamentare, infatti – conclude Stefàno – forte è il rischio dell'ingovernabilità del sistema".   



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