Carceri, si conclude a Lecce il tour dell’Osapp: ‘Più attenzione per cambiare rotta’

Nella giornata odierna si conclude il tour pugliese dell’OSAPP, sindacato della Polizia Penitenziaria. Dopo la visita al carcere leccese, l’esposizione della problematica inerente tanto la struttura del capoluogo salentino quanto quelle pugliesi.

Si è concluso oggi il viaggio a tappe del sindacato di polizia penitenziaria OSAPP nelle carceri pugliesi con la visita nella casa circondariale di Lecce. Sono state giornate intense per il sindacato di polizia penitenziaria, impegnato in questi giorni a visitare le case circondariali della regione attraverso alcuni dei suoi esponenti: Pasquale Montesano, segretario generale aggiunto; il segretario regionale Nicola Dinicoli; ed anche i vice segretari regionali Luigi Paglia e Ruggiero Damato. La segreteria generale e i quadri O.S.A.P.P. si sono impegnatiin tute le strutture del territorioribadendo quanto fosse necessaria “una inversione di rotta per migliorare le condizioni lavorative”.

Questo è quanto viene fuori dal tour dell’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria nelle strutture carcerarie pugliesi con l’invito a tutte le forze politiche nei vari organi affinché possano prendere coscienza delle precarie condizioni che vivono le forze di polizia nelle case di detenzione. Pertanto l’OSAPP, con l’ultima visita fatta oggi nella struttura di Borgo San Nicola, attraverso la voce del vice segretario regionale Ruggiero Damato, “è pronta a lanciare la piattaforma programmatica della politica sindacale da adottare con le relative iniziative di protesta democratica finalizzata a sensibilizzare la politica sia regionale sia nazionale con l’intervento della dirigenza dell’Amministrazione Penitenziaria romana e barese”.

Secondo i dati del Ministero della Giustizia diffusi qualche mese fa in Italia 7 regioni non vivono l’emergenza abitativa ma le restanti ospitano più detenuti del previsto, con la maglia nera che va alla Puglia con il 37% di sovraffollamento e quasi 900 carcerati in più, seguita da Friuli Venezia Giulia, con il 31% e Lombardia, 30%.

Una situazione non più sostenibile per Damato e per tutta quanta l’organizzazione sindacale i quali denunciano una “sicurezza a serio rischio tenendo conto anche del numero di detenuti che la struttura leccese ospita e che appartengono ai vari filoni della criminalità organizzata”.



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