‘Troppi richiedenti asilo per un comune piccolo come il nostro’. Levata di scudi di Forza Italia a Salve

Gli attivisti di Forza Italia di Salve lamentano la sproporzionata presenza di migranti che negli ultimi mesi si sono riversati a Salve. ‘Stamattina abbiamo chiesto un incontro con il Prefetto: il dovere di solidarietà è sacrosanto, ma servirebbe una redistribuzione’.

“Va bene la solidarietà, ma ci sembra che il numero di migranti sia sproporzionato rispetto ai residenti della nostra Salve”. È il gruppo locale di Forza Italia a sollevare una questione tanto scottante quanto delicata.
 
I fatti: da diversi mesi Salve, cittadina di poche migliaia di abitanti, poco meno di 5 mila unità, conosce stabilmente centinaia di richiedenti asilo. Tanti migranti che, una volta sbarcati in Salento, si sono riversati nel cuore del paese dell’estremo sud Salento.
 
“Alla luce di tutto questo – scrivono dalla sezione di FI – questa mattina abbiamo chiesto  un incontro con il Prefetto di Lecce. Premesso e non posto in alcun modo in discussione il dovere di solidarietà e accoglienza nei confronti dei richiedenti asilo, alla luce delle convenzioni internazionali e delle fonti comunitarie, va ribadito però che il predetto dovere deve gravare in egual misura (o in misura quantomeno non troppo dissimile) su ogni Comune”.
 
Un problema ‘numerico’ insomma, perché le presenze di richiedenti asilo si notano a vista d’occhio. “La loro misura – spiegano ancora da Forza Italia – è certamente sproporzionata non solo rispetto alla cittadinanza effettivamente presente ma soprattutto rispetto ai criteri di equa distribuzione tra Comuni e tra aree geografiche. Ciò, purtroppo, è esattamente ciò che si sta verificando nel nostro centro, un comune ad altissima vocazione turistica, i cui operatori cominciano a chiedersi preoccupati che cosa accadrà di qui a qualche mese. Tanto, per non generare nella popolazione residente reazioni che sfavorirebbero l’accoglienza dei richiedenti e la successiva eventuale integrazione di coloro che effettivamente dovessero ottenere lo status di rifugiati”, conclude la nota.



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