​GasdottoTap: Mozione in Consiglio regionale per bloccare espianto di ulivi

Il Consiglio regionale pugliese cerca di opporsi, in tutti i modi, alla costruzione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline, ma soprattutto per chiedere la sospensione immediata dell’espianto degli oltre duecento ulivi secolari che insistono lungo il tracciato a terra.

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Levata di scudi nel Consiglio regionale pugliese per opporsi alla costruzione del gasdotto Tap e chiedere la sospensione immediata dell'espianto di ulivi secolari. Saranno 211 complessivamente gli arbusti millenari eradicati dal proprio habitat naturale e risistemati in altra zona del terreno, dove cioè non intralcino i lavori per la costruzione dell'imponente progetto che il governo Renzi ha classificato come "necessario" per lo sviluppo del territorio. A promettere battaglia in sede di Consiglio è Ernesto Abaterusso, il dalemiano capogruppo regionale di "Articolo 1 – Democratici e Progressisti", neonata formazione politica frutto della dolorosa scissione del Partito Democratico.

"Di fronte alla scelta di TAP di procedere con l’espianto di 211 ulivi secolari non possiamo che esprimere profondo sconcerto e condividere la battaglia che gli amministratori locali, i comitati e i cittadini stanno portando avanti da tempo – dichiara Abaterusso – Ecco perché, per appoggiare e dare forza all’appello dei Sindaci e alla luce delle ripetute e motivate prese di posizione del Presidente Emiliano sull’argomento, ho deciso di presentare domani, in Consiglio regionale, una mozione urgente". 
 
Per il Consigliere di Articolo 1 il progetto è del tutto inutile, posizione questa poco dissimile da quanto esprime Carlo Salvemini, candidato sindaco a Lecce per la sinistra e appoggiato primariamente dal Pd: "Già 15 sindaci del Salento hanno firmato l'appello. Considero questa iniziativa doverosa a tutela dell'interesse pubblico. Anche i cosiddetti progetti d'interesse strategico nazionale devono attenersi al rigoroso rispetto delle leggi – spiega Salvemini – Questo è quello che Marco Potì (sindaco di Melendugno, ndr) chiede di verificare alle autorità preposte al controllo. Non posso che condividere le preoccupazioni da lui espresse e l'iniziativa assunta. E, idealmente, pormi al suo fianco".

L'endorsement a Potì, il sindaco che rifiuta ogni colloquio con Tap e porta avanti la sua battaglia in difesa degli ulivi, arriva anche dal candidato Ruberti di Lecce Bene Comune: "Ieri mattina siamo stati sui luoghi del cantiere TAP per unirci alla manifestazione di contrarietà all'espianto di 211 ulivi e, più in generale, alla realizzazione dell'opera intera. Torneremo anche nella giornata odierna – annuncia Ruberti –  per contribuire al presidio, aderendo all'appello del Comitato NoTAP e dei Sindaci di Melendugno, Marco Poti', e Vernole, Luca De Carlo. Appello che rilanciamo qui da Lecce. Il gasdotto TAP non è questione che riguarda solo Melendugno ma tutti i salentini. E' ora il momento di mobilitarsi. Torniamo dunque ad opporci a questo espianto di ulivi – conclude il candidato di Lecce Bene Comune – perché un sindaco e la sua comunità non possono essere lasciati soli se, difendendo il territorio di tutti, denunciano lo strapotere prevaricante degli interessi del più forte (TAP e il tiranno azero) e il grave difetto autorizzativo di un'opera fortemente impattante". 

Intanto il cantiere resta sotto presidio e la tensione alta. Tap, dal canto suo, fa sapere che procederà regolarmente alle operazioni di espianto che godono, e da Tap ci tengono a precisarlo, di ogni autorizzazione utile per espletare il procedimento. Il portavoce della multinazionale, raggiunto telefonicamente, dichiara: "In tutto il frastuono che la vicenda sta provocando, e non ne comprendiamo le ragioni, c'è tuttavia una forte componente di strumentalizzazione. Andremo avanti nel tentativo di lavorare in maniera più silente per evitare il verificarsi di nuovi tafferugli". 
 
In definitiva, emerge un dato incontrovertibile nella vicenda: ciascuno degli attori chiamati in causa, la Puglia e la multinazionale Tap, disconosce le ragioni dell'altro. E allora sarà inevitabile assistere a nuovi scontri.



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