Vaglia intestati a detenuto Scu: inchiesta su estorsioni e spaccio di droga di un nuovo gruppo criminale

La Procura antimafia vuole far luce su un nascente clan con epicentro nella zona 167 di Lecce, impegnato nello spaccio di sostanze stupefacenti proveniente dai territori di Surbo e Monteroni.

Flusso di denaro in carcere per il sostentamento delle famiglie dei nuovi esponenti criminali leccesi. Il ritrovamento circa un anno fa di buoni postali "sospetti" nell'abitazione di un 33enne, e intestati ad un noto pregiudicato leccese, hanno fornito importanti spunti investigativi confluiti in una nuova inchiesta antimafia.

Il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi vuole far luce su un nascente gruppo criminale con epicentro nella zona 167 di Lecce, impegnato nello spaccio di sostanze stupefacenti proveniente dai territori di Surbo e Monteroni. Non solo, poiché gli inquirenti stanno vagliando altri possibili canali di approvvigionamento di denaro "sporco"; proventi di estorsioni a commercianti e ambulanti che versavano stagionalmente una quota, in occasione di fiere.

Al momento l'ipotesi di reato è comunque associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Come detto, fondamentale si è rivelato l'esito di una perquisizione nel garage di un 33enne leccese, successivamente condannato 10 anni di reclusione. Gli uomini della Squadra Mobile di Lecce hanno ritrovato uno scooter rubato a Lecce nel 2013, diverse armi, un ordigno esplosivo con miccia e infine preziosi reperti archeologici. Le sorprese non sono certo finite. Gli agenti hanno rinvenutooltre 2 chili di eroina, 820 grammi di sostanza da taglio. Dulcis in fundo,  tre buoni postali per un valore complessivo di 550 euro. Le somme: 250, ancora 250 e 50euro sono risultate esigue, ma l'analisi dei movimenti di denaro è servita agli investigatori per risalire ad  esponente di spicco della Scu, già condannato nel maxi processo "Speed Drug".
 
L'inchiesta, inoltre, ipotizza il ruolo apicale di Massimiliano Elia nel nuovo organigramma criminale, dopo il maxi processo Eclissi, con cui sono stati smantellati i clan Briganti e Pepe. Nell'aprile scorso,vennero arrestati Massimiliano Elia, 41enne considerato il “mandante” e gli esecutori il 36enne Andrea Bisconti, detto Cinese  o Cina e Andrea Podo, detto  “Puzzune”,  22enne, tutti leccesi e volti già noti alle forze dell’ordine. L’accusa è danneggiamento, incendio e tentata estorsione aggravata in concorso.In un'informativa si parla anche di un "sequestro" di 5mila euro, venuto alla luce grazie alle intercettazioni in macchina di Elia. Uomini di fiducia di quest'ultimo, travestiti da finti finanzieri, avrebbero fermato un uomo per farsi consegnare il denaro. Si sarebbero, inoltre, avvalsi della mediazione di un finto avvocato.

In un'altra informativa allegata all'ordinanza di arresto, vi è un'intercettazione del dicembre 2016 tra due altre personaggi con numerose condanne alle spalle e che fa riferimento all'attività di spaccio di un nuovo gruppo criminale.
 
Uomo: io sono in possesso della macchina tua
 
Altro uomo: glielo ho tolta perché mi deve dei soldi
 
Uomo: si …si …va bene..me!
 
Uomo 2 : è l'ho "ucciso" …allora io devo recuperare questi soldi….però io so pure che deve pagare la macchina a te
  
Uomo: a me devono darmi 400 euro coe poi gli devo dare a…..va bene problemi miei…pero a me li devono dare
  
Uomo 2: oh siccome non ha soldi…io gli ho tolto pure la macchina
 
La telefonata intercettata fa riferimento ad un macchina (utilizzata per la tentata estorsione ad una tabaccheria) . La vettura era stata tolta ad una persona che doveva del denaro per una cessione di droga.



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