Svuotarono il conto di un 97enne? Nuovo arresto per il direttore delle Poste e il nipote della vittima

Il gip ha accolto la seconda richiesta di arresto del pubblico ministero, per un altro prelievo ‘sospetto’ di oltre 80 mila euro. I due indagati compariranno martedì prossimo, innanzi al giudice per l’interrogatorio di garanzia.

Tornano ai domiciliari, il direttore di una filiale delle Poste e il nipote della coppia di anziani raggirati. Il gip Vincenzo Brancato ha accolto la seconda richiesta di arresto del pubblico ministero Giovanni Gagliotta, per un altro episodio "sospetto". Pierluigi Porpora, 61anni, a capo dell'ufficio postale di Santa Rosa in via Archita da Taranto e Gianluca De Gennaro, 43 anni, sono stati raggiunti da una nuovaordinanza di custodia cautelare. Entrambi rispondono dell'accusa di falso ideologico e furto aggravato. Ricordiamo che nei giorni scorsi, Il Tribunale del Riesame aveva accolto l'istanza dei loro legali. Venne annullato un primo provvedimento del gip e i due indagati erano tornati in libertà.

Il gip, nelle nove pagine della successiva ordinanza sottolinea che "ricorrono le esigenze cautelari, ove si considerino  la gravità di condotte poste in essere nei confronti di persona in stato di minorata difesa, l'ingente quantità di denaro alla medesima sottratta, l'abuso, da parte del Porpora del proprio ufficio, la reiterazione del comportamento delittuoso, già posto in essere con le medesime modalità nei confronti di…., la falsità delle dichiarazioni rese dai due indagati dopo l'esecuzione della prima ordinanza".

Secondo l'accusa, Porpora avrebbe aiutato De Gennaro a svuotare il conto di un 97enne (marito dell'altra vittima di raggiro), per complessivi 82.600 euro lasciandolo con appena 67 euro. In che modo? Grazie ad un'attestazione di prelievo di denaro con la falsa firma dell'anziano. Dunque, tale sostanziosa cifra veniva prelevata dal libretto postale e poi stornata su quello di De Gennaro. I "movimenti" sarebbero avvenuti nell'arco di tre mesi, a partire dal 6 febbraio 2015.

Determinanti per la ricostruzione dei fatti, le dichiarazioni di un'operatrice dell'ufficio postale ascoltata "a sommarie informazioni". La donna ha riferito che l'operazione avvenne su indicazione del direttore che le portò tutta la documentazione già compilata e firmata per il prelievo di 82.600 euro; le disse anche di effettuare la successiva operazione di versamento dello stesso importo sul libretto postale intestato a De Gennaro.

Inoltre, è stato accertato dagli inquirenti che il 6 febbraio scorso, la vittima del presunto raggiro si trovava presso una casa di riposo,  dalla quale non si sarebbe mai mosso.
Infine, il giudice non crede alle dichiarazioni di Di Gennaro ( interrogato nei giorni scorsi), il quale riferiva che il prelievo serviva per far fronte, sia alle esigenze di vita dell'anziana coppia di nonni che per le spese legate alla propria attività imprenditoriale. Versione che sarebbe smentita, secondo il giudice, dall'acquisto di una costosa macchina "certamente non compatibile con gli utili rinvenimenti dalla sua attività imprenditoriale".

Riguardo Porpora, il gip sostiene che abbia anch'egli mentito in occasione dell'interrogatorio davanti al pm. Egli escluse di aver concepito altre operazioni illecite diverse da quella messa in atto nei confronti della moglie dell'anziano e per la quale venne arrestato assieme a De Gennaro.

L'indagine è partita dalla denuncia dei fratelli di un'anziana signora che, lo scorso luglio, si erano presentati dai carabinieri di Cellino San Marco, per riferire del prelievi sospetti dal conto della donna, deceduta nel novembre dell'anno precedente. 

I due indagati compariranno martedì prossimo, innanzi al gip Brancato per l'interrogatorio di garanzia.  Pierluigi Porpora è assistito dagli avvocati Alberto Erroi e Luigi Covella. Gianluca De Gennaro è difeso da Carlo Sariconi e  Giancarlo Dei Lazzaretti.



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