Si tolse la vita lanciandosi dal balcone: il compagno della donna di Trepuzzi rischia il processo

Il gip ha ordinato l’imputazione coatta per il trepuzzino Angelo Quarta, 41 anni. La decisione del giudice è maturata con l’accoglimento dell’opposizione all’archiviazione presentata dai legali dei familiari della vittima.

Rischia di finire sotto processo il compagno della donna di Trepuzzi, che si è tolta la vita tre anni fa lanciandosi dal balcone della sua abitazione. Il gip Carlo Cazzella ha ordinato l'imputazione coatta per il trepuzzino Angelo Quarta, 41 anni.
  
La decisione del giudice è maturata con l'accoglimento dell'opposizione all'archiviazione del procedimento, presentata dagli avvocati Pierpaolo Schiattone e Giovanni Carmine Miglietta. Dunque, il Pubblico Ministero dovrà adesso formulare, entro 10 giorni, la richiesta di rinvio a giudizio per l'uomo, con l'accusa di "maltrattamenti in famiglia aggravati dall'evento morte". Successivamente, il gup designato fisserà l'udienza preliminare e stabilirà se mandare "a processo" Quarta o proscioglierlo.
  
I legali dei familiari della vittima, Giovanna Trofino, 39enne di Trepuzzi, hanno evidenziato nella propria richiesta di non archiviare l'inchiesta una serie di atteggiamenti vessatori da parte di Angelo Quarta, emersi dopo aver raccolto svariate testimonianze di amici e altri familiari. Tali comportamenti avrebbero esasperato la compagna, fino a portarla alla decisione di togliersi la vita. Anzitutto, i maltrattamenti in famiglia, ma anche una serie di continue imposizioni sul modo di vestirsi, sulle frequentazioni da tenere ecc.  La Trofino, inoltre, in precedenza si sarebbe sfogata su Facebook, esternando tutto il dolore e la rabbia che provava nei confronti del "suo" uomo, che la maltrattava continuamente. Questi preziosi documenti, sono stati sbobinati dall’ingegnere informatico Luigina Quarta, dopo essere stati trovati dagli investigatori, nella memoria del computer della donna. 
  
La tragedia si consumò la sera del 3 giugno del 2014, poco dopo le 22.30 in via Marconi, a Trepuzzi. Dopo aver rovesciato vari oggetti posizionati sul tavolo della cucina, Giovanna Trofino raggiunse il balcone che si affacciava sul cortile interno della propria casa e si lanciò nel vuoto da un’altezza di nove metri. Per la donna non ci fu nulla da fare, nonostante lo stesso uomo che poi risulterà indagato si fosse precipitato in cortile per chiamare i soccorsi.
 
L'inchiesta è stata coordinata dal Sostituto Procuratore Donatina Buffelli e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina. Il Pm aveva chiesto l'archiviazione del procedimento a pochi giorni dal suicidio, avallata dal gip Giovanni Gallo. Successivamente, vi fu una nuova denuncia dei familiari della Trofino e il Pm stabilì la riapertura delle indagini, al termine della quali, venne indagato Quarta con l'accusa di "istigazione al suicidio".
  
Il pm, però chiese nuovamente l'archiviazione, anche sulla scorta dell'ascolto dell'indagato, assistito dall'avvocato Marco Pezzuto, L'uomo sostenne che il suicidio della compagna fosse maturato indipendentemente dal comportamento di Quarta. 



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