Fallisce il primo ‘colpo’, ma riesce il secondo: terrore in due uffici postali del basso Salento

Due rapinatori hanno tentato il doppio colpo negli uffici postali di San Cassiano e Lucugnano. Nel secondo paese del basso Salento, però la loro azione criminosa subisce un intoppo. Ciò ha permesso ai Carabinieri di Tricase di intercettarli in poco tempo.

Hanno cercato di ripulire gli uffici postali e in un caso ci sono anche riusciti, ma alla fine della giornata criminale per i due rapinatori l’epilogo è stato amaro. A finire nei guai, poche ore dopo i colpi, sono Vincenzo Piccinni, 40enne volto già noto alle forze dell’ordine, e Salvatore Donato Ardito, 66enne, arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Tricase, affiancati nelle indagini dai colleghi della Compagnia di Maglie.  Per capire come si sono svolti i fatti tocca andare con ordine e ripercorrere tutte le tappe dal momento in cui si sono svolti gli assalti a quando i responsabili sono stati individuati.
  
Il primo colpo è avvenuto quando le lancette dell’orologio avevano segnato le 11.30 a Lucugnano, nota frazione di Tricase. La coppia ha dovuto rinunciare a causa del vetro antisfondamento che protegge i locali dell’ufficio postale e del sangue freddo di una dipendente che, con coraggio, non si è lasciata intimorire dalla pistola giocattolo che Piccinni, esecutore materiale dell’assalto, ha sventolato per far paura. Dietrofront dunque e fuga a mani vuote a bordo di una lancia Y scura. Un errore commesso dai malintenzionati è stato fatale: hanno agito, infatti, a volto scoperto. Uno sbaglio che ha permesso ai testimoni di fornire ai carabinieri una descrizione dettagliata dei rapinatori. Non solo…i militari in uniforme e in borghese del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno setacciato la zona alla ricerca di telecamere di videosorveglianza. Dai filmati, una volta ottenute le registrazioni, è stato possibile ottenere importanti informazioni sui due soggetti e sulla macchina utilizzata per la fuga, che veniva immediatamente segnalata alle altre Centrali Operative.
  
La targa, invece, ha permesso di risalire ad un cittadino di Tricase, incensurato. A questo punto, mentre alcuni militari cercavano materialmente l’auto, altri si sono appostati nei pressi dell’abitazioni ‘interessate’, tra cui anche quella di Piccinni che tra l’altro, sulla scorta degli elementi in possesso delle forze dell’ordine, risultava essere frequente utilizzatore dell’autovettura in questione.
 
Mentre accadeva tutto questo, una seconda rapina si era consumata in un ufficio postale a San Cassiano. Qui, è stato usato uno stratagemma sicuramente più astuto. Un uomo, sempre a volto scoperto, aveva finto un malore per convincere gli ignari dipendenti a farsi portare all’interno dei locali protetti dal vetro antisfondamento. Una volta superate le barriere, ha “gettato la maschera” e utilizzando la pistola che portava con sé ha minacciato il direttore e gli addetti costringendoli a farsi consegnare circa 10mila euro. Bottino in mano, ha fatto perdere le sue tracce. Il legame tra i due colpi è stato chiaro fin da subito ai militari della Stazione di Nociglia che insieme al Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie, erano intervenuti sul posto. La conferma è arrivata poco dopo, quando i dipendenti hanno riconosciuto Piccinni. Non solo, analizzando lo storico delle operazioni registrate, si è scoperto che il 40enne era persino un cliente “abituale” e che recentemente aveva anche fatto operazioni al bancomat e allo sportello. 
 
Unica nota discordante? L’abbigliamento.  Dalle confessioni dei due arrestati è emerso che era stato volutamente cambiato per confondere e depistare gli investigatori, che erano già sulle loro tracce.
  
Alle 15.00 la svolta, quando il personale della Compagnia di Tricase appostato presso l’abitazione del 40enne ha notato, in lontananza, un veicolo scuro dello stesso modello e colore di quello ricercato, dal quale scendeva un soggetto che si incamminava da solo. L’auto è poi ripartita, ma gli uomini in divisa per una sfortunata coincidenza dovuta al traffico, non sono riusciti a fermarla “in sicurezza”.
  
Intanto, è stato bloccato e identificato l’uomo che si era allontanato a piedi. Si tratta, come detto,  Salvatore Donato Ardito che messo alle strette in Caserma, alla presenza del suo legale, ha ammesso di essere stato in compagnia del 40enne per tutta la mattinata e di aver “visitato” i due uffici postali.
  
Poche ore dopo, i carabinieri in abiti borghesi sono riusciti a  bloccare la lancia Y con alla guida il proprietario, ritenuto estraneo ai fatti in quanto avrebbe soltanto prestato la macchina a Piccinni, non sapendo che l’avrebbe utilizzata per due rapine.   
  
L’epilogo è arrivato in serata quando, sentendo il fiato sul collo, il 40enne si presentato in  caserma accompagnato dal suo avvocato per ammettere le proprie responsabilità e collaborare. Permetteva quindi di ritrovare i giubbotti utilizzati per la rapina, dei quali si era liberato subito dopo il colpo insieme all’arma giocattolo acquistata pochi giorni prima in un negozio di Maglie.
  
Le indagini continueranno per appurare eventuali responsabilità in altri colpi dello stesso tipo avvenuti nei mesi precedenti nell’area del Capo di Leuca.

Arditi, intanto, è tornato libero perché come dichiarato dal suo avvocato, Tony Indino ​"il Pubblico Ministero ha provveduto ad emettere decreto di liberazione del suo assistito poiché, alla luce degli atti di indagine e delle dichiarazioni degli indagati rese alla presenza dei difensori, ha escluso ogni coinvolgimento in termini di concorso nel reato".



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