Presunta truffa Antiracket, discussa la posizione di Monosi, si attende la decisione del Riesame

La decisione, dopo circa quattro ore di acceso ma corretto ‘botta e risposta’ tra accusa e difesa, è prevista all’inizio della prossima settimana. I giudici del Riesame dovranno pronunciarsi anche sulle posizioni degli altri indagati nell’inchiesta.

Si è tenuta nella mattinata odierna innanzi al Riesame, la discussione sulla posizione di Attilio Monosi in merito al presunto maxi raggiro per ottenere contributi ed agevolazioni, attraverso i fondi pubblici destinati all’Associazione Antiracket Salento. La decisione, dopo circa quattro ore di acceso ma corretto “botta e risposta” tra accusa e difesa, è prevista la prossima settimana.

I giudici dovranno dunque stabilire se confermare la misura interdittiva per 1 anno nei confronti dell’assessore al bilancio dimissionario di Palazzo Carafa, ma eletto nuovamente al primo turno delle ultime elezioni comunali. La discussione ha riguardato i ricorsi presentati dalla difesa e dalla pubblica accusa che avevano impugnato l’ordinanza del gip Giovanni Gallo. Attilio Monosi 45enne di Lecce, è indagato per truffa aggravata, peculato e falso materiale.

Nella giornata di  oggi, innalzi al Tribunale del Riesame (Presidente Silvio Piccinno, relatore Maria Pia Verderosa a latere Antonio Gatto), hanno preso la parola sia i legali del politico salentino che la Procura. Infatti, si è discusso il ricorso presentato dagli avvocati Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella per Monosi. I legali chiedono l’annullamento dell’ordinanza del gip che dispone la misura interdittiva per 1 anno dai pubblici uffici.

Ricordiamo infatti che il giudice aveva respinto la richiesta di revoca della misura cautelare per  il 45enne di Lecce in seguito, la difesa ha impugnato l’ordinanza innanzi al Riesame.

I legali Giannuzzi e Covella hanno chiarito la posizione di Monosi sui presunti fondi erogati illegittimamente dal Comune di Lecce all’imprenditore Giancarlo Saracino, per i lavori di ristrutturazione presso l’associazione Antiracket Salento. Anzitutto, la difesa ha spiegato che il primo pagamento non dipese da lui. Come riportato nell’ordinanza del gip, infatti, “non emerge la prova che il Monosi fosse a conoscenza dell’avvenuto pagamento indebito da parte del Comune di Lecce in favore del Saracino”. Successivamente questi venne a conoscenza del fatto e si adoperò per recuperare il versamento.

Inoltre, sempre nella giornata di oggi innanzi agli stessi giudici, si è tenuta la requisitoria dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci. La Procura ha infatti a sua volta proposto Appello avverso l’ordinanza del gip, chiedendo l’applicazione della misura cautelare nei confronti del politico leccese, anche per l’accusa di peculato. I pm invocano, infatti, per Monosi l’applicazione degli arresti domiciliari (inizialmente era stata richiesta al gip la misura carceraria ).

L’accusa fa riferimento alle opere infrastrutturali effettuate tra febbraio e marzo del 2013 presso lo sportello Antiracket di Lecce, in esecuzione dell’appalto aggiudicato a firma di Giuseppe Naccarelli. Il progetto venne approvato in attuazione di una convenzione sottoscritta con l’Ufficio Straordinario del Governo per le iniziative Antiracket  (grazie ad un finanziamento con i fondi PON ), nonostante nella determina dirigenziale fosse escluso che la spesa relativa a tali lavori potesse transitare nel bilancio dell’amministrazione comunale, ed essere invece liquidata alla ditta esecutrice. Monosi, secondo l’accusa, si sarebbe dimostrato pronto ad intervenire in prima persona, per risolvere tutti gli eventuali ostacoli della pratica “Saracino”. Anche attraverso la “sistemazione” di atti come quelli relativi alla fideiussione che necessitava di una autenticazione postuma. In un’intercettazione telefonica tra Gorgoni e Monosi, quest’ultimo fa riferimento alla problematica sorta con i fondi erogati illegittimamente dal Comune di Lecce all’imprenditore, per i lavori presso l’associazione Antiracket Salento.

Attilio Monosi aveva già spiegato ogni aspetto della vicenda, nel corso di un ora e mezza d’interrogatorio di garanzia. Il commercialista leccese aveva risposto alle domande del gip Giovanni Gallo e chiarito la propria posizione.

Nei prossimi giorni, i giudici del Riesame dovranno pronunciarsi anche sulle posizioni degli altri indagati nell’inchiesta “Antiracket Salento”. Ricordiamo che i pubblici ministeri Licci e  Carducci,innanzi ai giudici del “Tribunale delle libertà”, hanno proposto Appello per le quattro persone arrestate il 12 maggio scorso e condotte in carcere. Si tratta di Maria Antonietta Gualtieri, Presidente dell’associazione antiracket Salento; il 62enne leccesePasquale Gorgoni funzionario dell’Ufficio patrimonio di Palazzo Carafa; Giuseppe Naccarelli, 48 anni di Veglie; Serena Politi 39enne di Carmiano,

Non solo, anche, i pm hanno impugnato l’ordinanza del gip per altri cinque indagati: Marco Fasiello, 40enne leccese; F. V., 39enne leccese; Francesco Lala, 38enne di Leverano; Giancarlo Saracino, 64enne di Otranto; Chiara Manno, 38enne di Surbo.

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati: Amilcare Tana, Gianfranco Caiaffa,  Luigi Rella. Stefano De Francesco, Giuseppe Milli, Cesare Del Cuore, Paolo D’Amico, Giuseppe Romano, Francesco Galluccio Mezio, Andrea Sambati.



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