Perse il foglio del sigillo di sequestro, ma non ci sono gli estremi di reato: assolto barista di Corsano

Un barista di Corsano era stato denunciato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di violazione di sigilli. In realtà, il foglio di carta che rappresentava il sigillo era andato perso e per il giudice non esistono gli estremi di reato. Assolto per ‘non aver commesso il fatto’.

Assolto per non aver commesso il fatto S.B., 53enne titolare di un bar di Corsano, del reato di violazione di sigilli aggravata dalla qualità di custode. La vicenda parte dal lontano 2007 quando, su disposizione della Procura di Venezia, nell’ambito di una operazione denominata “Black Slot”, la Guardia di Finanza sequestrò in tutta Italia oltre centomila slot-machines ritenute irregolari. Uno di questi apparecchi di gioco era in dotazione al bar di Corsano, gestito dall’imputato, che venne così sottoposto a sequestro da parte della Guardia di Finanza di Tricase mediante l’apposizione di un foglio di carta, attaccato con del nastro adesivo, su cui erano riportati gli estremi del sequestro.

Dopo oltre sei anni, tuttavia, all’esito del processo penale di Venezia che si concluse con l’assoluzione degli imputati, i finanzieri si ripresentarono presso il bar di Corsano per dissequestrare la slot-machines che, nel frattempo, era rimasta sistemata in cantina e del tutto inutilizzata. Nel corso degli anni, però, era andato perduto il foglio di carta che rappresentava il sigillo a suo tempo apposto e, di conseguenza, la Guardia di Finanza aveva denunciato l’imputato per violazione dei sigilli, aggravata dalla qualità di custode (reato punito con la reclusione da tre a cinque anni).

La Procura della Repubblica, pertanto, ha rinviato a giudizio il barista di Corsano e, durante l’udienza di ieri 14 Febbraio 2017, il P.M. aveva chiesto per l’imputato la condanna ad una pena di tre anni di reclusione. Il Giudice del Tribunale di Lecce (GOT Mazzone), tuttavia, accogliendo in pieno la tesi dei difensori – Avv.ti Silvio Verri e Biagio Martella – ha assolto l’imputato in quanto la mera rimozione del foglio di carta, se non accompagnata da un effettivo utilizzo del bene sottoposto a sequestro, non integrava gli estremi del reato in questione.



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