Ginecologo condannato a 1 anno e 6 mesi: Non verso’ la ‘percentuale’ sulle visite mediche all’Asl

Il medico è stato ritenuto colpevole del reato continuato di peculato, ma con la sospensione della pena e la non menzione della condanna. Disposto anche il risarcimento del danno, da quantificarsi in separata sede, in favore della Asl, parte civile nel procedimento.

Si sarebbe appropriato della "percentuale" sulle visite da versare all'Asl e per un medico  è arrivata la condanna ad 1 anno ed 6 mesi. A. R. T., 59 anni di Maglie, ginecologo in servizio presso l'ospedale di Scorrano, rispondeva del reato continuato di peculato, con l'attenuante di aver cagionato all'Asl un danno patrimoniale di "speciale tenuità".
 
La sentenza è stata emessa dai giudici della seconda sezione collegiale ( Presidente Roberto Tanisi, a latere Maria Pia Verderosa e Silvia Saracino) e prevede la sospensione della pena e non menzione della condanna.
 
È stato inoltre disposto il risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede, in favore dell'Asl che si è costituita parte civile con l'avvocato Alfredo Cacciapaglia. Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni. In precedenza, il pubblico ministero Roberta Licci ha invocato una condanna a 2 anni.
 
L'imputato è invece assistito dall'avvocato Dario D'Oria. Il difensore ha chiesto l'assoluzione del medico, sottolineando come egli avesse l'autorizzazione a svolgere attività libero professionale in regime  intramoenia allargata. Dunque, sostiene il legale, egli non avrebbe visitato i propri pazienti in qualità di pubblico ufficiale.
 
Secondo l'accusa, invece, l'imputato si sarebbe appropriato "indebitamente" della somma complessiva di 1.377 euro, che, in base alla legge, sarebbe dovuta finire nelle casse dell'Asl. Si trattava di parte dell'onorario riscosso dai propri pazienti per le prestazioni mediche rese e non doverosamente fatturate. Nel periodo compreso tra novembre 2010 e fino allo stesso mese del 2012, sostiene la Procura, il ginecologo avrebbe visitato presso il proprio studio privato a Maglie, senza rilasciare la ricevuta fiscale. Dunque senza corrispondere all'Asl il 25 per cento per cento, calcolato sull'incasso.
 
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Antonio  Negro ha preso l'avvio da alcuni accertamenti della guardia di finanza.



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