Favorì il fratello per il progetto del costone ‘Madonna dell’Altomare’? Luciano Cariddi: ‘la verità emergerà’

Il Sindaco di Otranto, Luciano Cariddi chiarisce la sua posizione circa l’avviso di garanzia ricevuto e inerente al progetto del costone Madonna dell’Altomare: ‘Sono fiducioso, la verità emergerà’

È stupito Luciano Cariddi, primo cittadino di Otranto raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini preliminari, con l’accusa di abuso d’ufficio. Lo dice nero su bianco in una nota con cui chiarisce la sua posizione: «Sono davvero sorpreso – si legge – da questo avviso di garanzia relativo alla procedura amministrativa messa in atto per il progetto di consolidamento del costone Madonna dell’Altomare, il quale iter progettuale è iniziato con l’Amministrazione del sindaco Bruni che mi ha preceduto».
  
Sotto i riflettori della Procura, presunti favoritismi nell'assegnazione di un appalto da un milione 800mila euro per un intervento di consolidamento della scogliera, progettato da Pierpaolo Cariddi, ingegnere, attuale candidato sindaco e fratello del primo cittadino uscente.
   
Secondo il sostituto procuratore Guglielmi, Luciano Cariddi, in qualità di Sindaco Pro-Tempore, avrebbe partecipato a varie delibere di giunta "procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale" al fratello.
   
«Come in ogni opera pubblica – continua il primo cittadino –  è l’ufficio tecnico comunale che per legge gestisce gli atti e ne ha totale competenza, per cui non comprendo l’addebito che mi si muove, avendo sempre seguito scrupolosamente il dettato normativo, ed essendosi l’ufficio preoccupato di individuare mediante selezione pubblica i progettisti.
   
Una vera bufera giudiziaria che arriva in piena campagna elettorale come ricordato dallo stesso primo cittadino che nutre qualche dubbio sulla ricostruzione dei fatti eseguita dal gruppo N.O.E. di Lecce e sulla tempistica della notifica di un avviso di garanzia che, dice, «giunge proprio ora, quando l’indagine risale al 2014».
  
È sorpreso Cariddi, ma tranquillo: «sono fiducioso nel lavoro che proseguirà la Magistratura, certo che la verità emergerà non appena mi sarà data la possibilità di accedere al fascicolo e chiarire il nostro operato».
  
Ora ha venti giorni a disposizione per produrre memorie difensive o chiedere di essere ascoltato dal pubblico ministero.



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