Dopo gli incendi presentavano il conto: 50mila euro per ‘smettere’. Tre leccesi in manette

Dalle prime luci dell’alba in corso un’operazione della Squadra Mobile della Questura di Lecce impegnata a eseguire il provvedimento cautelare. Tre i destinatari. Gli episodi si sarebbero verificati in prossimità delle feste di Natale.

Mettere insieme tutti i pezzi del puzzle non è stato facile: da un lato, c’erano le immagini delle telecamere di videosorveglianza che avevano consegnato nelle mani degli inquirenti indizi ‘preziosi’ per risalire all’identità degli autori dei misteriosi incendi che avevano interrotto la tranquillità del capoluogo barocco, dall’altro c’era il racconto di un testimone che aveva assistito, suo malgrado, ad uno degli attentati contestati – quello ai danni di un cantiere – senza dimenticare la fondamentale collaborazione della vittima, il proprietario di una ditta che aveva presentato denuncia. 
  
Alla fine di un’indagine quasi chirurgica in tre sono finiti in manette: Massimiliano Elia, 41enne considerato il “mandante” e gli esecutori il 36enne Andrea Bisconti, detto Cinese  o Cina e Andrea Podo, detto  “Puzzune”,  22enne, tutti leccesi e volti già noti alle forze dell’ordine. L’accusa è danneggiamento, incendio e tentata estorsione aggravata in concorso.
  
Già, perché l’intento degli attentati incendiari era quello di estorcere denaro. 50mila euro: tanto è stato chiesto dopo che era stato completamente bruciato il bagno chimico del cantiere. In questo caso, i malviventi si erano spinti anche oltre facendo recapitare presso la sede della ditta una busta contenente tre proiettili calibro 9×21.
  
È proprio quando hanno preso nel mirino il cantiere edile che i due esecutori si sono ‘traditi’. Primo, le immagini delle telecamere di videosorveglianza avevano immortalato la ‘fuga’ dei piromani a bordo di uno scooter Leonardo, mezzo a due ruote già notato negli altri attentati incendiari. Secondo, la bravata era stata notata da un ignaro automobilista che ha avuto la fortuna/sfortuna di passare proprio in quel momento.
  
Non solo, gli occhi elettronici di zone considerate ‘strategiche’ avevano immortalato i due sullo stesso motorino mentre facevano ‘rifornimento’ in una stazione di servizio. Insomma, le telecamere hanno fornito l’input per stringere il cerchio attorno ai tre arrestati, considerati responsabili almeno di altri due casi: il rinvenimento di due bottiglie ‘sospette’ all’interno di un centro polivalente in costruzione  e l’attentato ai danni di una tabaccheria.
  
Nel corso delle perquisizioni è stato rinvenuto anche lo scooter, nascosto all’interno di un garage.

Domani mattina, si terranno innanzi al gip Giovanni Gallo gli interrogatori di garanzia dei tre indagati, assistiti tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe De Luca e Pantaleo Cannoletta.

 



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