Avrebbe palpeggiato una 16enne nel bagno della sala giochi, condanna ad un anno per il gestore

I giudici hanno però presumibilmente riconosciuto la lieve entità del fatto e disposto la sospensione della pena, nonché la non menzione della condanna. In precedenza, invece, il pubblico ministero aveva invocato l’assoluzione.

Avrebbe abusato di una ragazzina di 16 anni nel bagno di una sala giochi e i giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi) hanno condannato il 30enne S.S. di Taviano alla pena di 1 anno. L'imputato, che gestisce una sala giochi nel suo paese, rispondeva del reato di violenza sessuale. I giudici hanno però presumibilmente riconosciuto la "lieve entità" del fatto e disposto la sospensione della pena, nonché la non menzione della condanna.
 
In precedenza, invece, il pubblico ministero d'udienza Maria Rosaria Micucci aveva invocato l'assoluzione. Così come, i difensori di S.S., gli avvocati Salvatore Bruno e Claudia Coti, i quali hanno già annunciato che presenteranno ricorso in Appello non appena verrano depositate, entro novanta giorni, le motivazioni della sentenza.
 
In mattinata, sono stati ascoltati due testimoni su richiesta della difesa dell'imputato. Infatti, nella scorsa udienza si era chiusa l'istruttoria e nel corso della discussione, il pm Antonio Negro aveva invocato la condanna a 3 anni. L'avvocato Bruno aveva contestualmente presentato una corposa memoria difensiva chiedendo l'ascolto di due testi. Istanza accolta dal collegio giudicante che aveva aggiornato il processo alla data odierna.  Invece, in un'altra precedente udienza era stata ascoltata la persona offesa, assistita dall'avvocato Biagio Palamà.
 
La vicenda risale al 23 marzo di tre anni fa. Secondo l'accusa, rappresentata dal pm Carmen Ruggiero, S.S. avrebbe molestato una giovane compaesana, nel bagno della sala giochi da lui gestita. L'avrebbe raggiunta nel bagno e spinta contro il muro, impedendole di muoversi. Dopodiché, le avrebbe abbassato i pantaloni e le mutandine ed iniziato a "toccarla" nella parti intime. La giovane si sarebbe liberata dalla morsa di S.S., sollecitando l'intervento dei suoi familiari. Fu lo zio della ragazzina a presentarsi da lui, accusandolo di aver molestato la nipote.
 
S.S. però ritenendosi estraneo agli addebiti, avrebbe riferito ai Carabinieri della locale stazione, di essere stato avvicinato dall'uomo che lo accusava ingiustamente, dando la propria versione dei fatti. Successivamente avrebbe anche presentato una denuncia per calunnia, ma l'indagine venne archiviata. Invece, gli accertamenti sulla presunta violenza sessuale andarono avanti ed infine, S.S.. venne rinviato a giudizio dal gup Alcide Maritati.



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