Appelli in Procura sull’affaire Antiracket: niente carcere per Serena Politi, resta ai domiciliari

Il Riesame ha accolto l’Appello della Procura sull’aggravamento dell’ordinanza del gip, ‘contestando’ altri episodi di truffa verso Maria Antonietta Gualtieri, Presidente dell’Associazione. Disposta inoltre la misura dei domiciliari per Fasiello e Saracino.

Il Riesame rigetta il ricorso della Procura avverso l’ordinanza del gip, sulla misura cautelare nei confronti di Serena Politi, coinvolta nell’inchiesta sul presunto maxi raggiro per ottenere contributi ed agevolazioni, attraverso i fondi pubblici destinati all’associazione antiracket Salento.

Per la 39enne di Carmiano, segretaria della Gualtieri, i pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, avevano  proposto Appello, chiedendo la “sostituzione” della misura dei domiciliari con quella del carcere. Il Tribunale del Riesame” (Presidente Silvio Piccinno,  relatore Maria Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto) ha invece posto il proprio niet alla richiesta. La Politi è assistita dagli avvocati  Giuseppe Milli e Cesare Del Cuore.

Ricordiamo che i pm innanzi ai giudici del “Tribunale delle libertà” (Presidente Silvio Piccinno,  relatore Maria Pia Verderosa, a latere Antonio Gatto), avevano proposto Appello per tutte le quattro persone arrestate il 12 maggio scorso e condotte in carcere.

Riguardo Maria Antonietta Gualtieri, Presidente dell’associazione antiracket Salento e considerata il deus ex machina del presunto maxi raggiro, il Riesame ha accolto quasi in toto, l’Appello della Procura. I pm chiedevano  “l’aggravamento” dell’ordinanza del gip Giovanni Gallo, “contestando” anche altri episodi di truffa.

Invece, è stato rigettato il ricorso per Giuseppe Naccarelli, 48 anni di Veglie. La Procura gli contestava ulteriori ipotesi di reato. Ricordiamo che egli ha già ottenuto nelle settimane scorse gli arresti domiciliari per motivi di salute. L’indagato è difeso dal legale Stefano De Francesco.

Ricordiamo che, martedì scorso, si è tenuta anche la discussione per il 62enne leccese Pasquale Gorgoni funzionario dell’Ufficio patrimonio di Palazzo Carafa. I pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci contestavano a Gorgoni anche un altro episodio di “corruzione per altri contrari al dovere di ufficio”. Avrebbe promesso alla Gualtieri l’accreditamento dell’associazione antiracket Salento come ente di formazione, in cambio della “prospettazione” di un inserimento in almeno cinque iniziative economiche promosse dalla stessa. L’indagato risponde dei reati di peculato, truffa aggravata, corruzione e falso. Gorgoni è assistito dagli avvocati Amilcare Tana e Gianfranco Caiaffa.

Inoltre, i pm Licci e Carducci hanno impugnato l’ordinanza del gip, chiedendo l’applicazione degli arresti domiciliari per altri indagati. Il Riesame ha accolto l’Appello della Procura sull’aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari per Marco Fasiello, 40enne leccese e Giancarlo Saracino, 64enne di Otranto.

Invece, è stato rigettato il ricorso della Procura contro F.V., 39enne leccese e Chiara Manno, 38enne di Surbo. Ricordiamo all’inizio della scorsa i pm hanno depositato i verbali degli interrogatori dei due indagati: gli avvocati F. V., vicepresidente dell’Associazione antiracket Salento e la moglie C.M., responsabili rispettivamente degli sportelli di Brindisi e Taranto. I due nel corso di un lungo interrogatorio tenutosi nei giorni scorsi dinanzi agli inquirenti, attraverso un atteggiamento collaborativo, avrebbero rivelato i piani orditi dalla Gualtieri, a loro totale insaputa. La Procura, sulla base di questi nuovi elementi, ha rinunciato già in aula alla richiesta di arresti domiciliari. Per Francesco Lala, 38enne di Leverano, il Riesame ha rigettato la richiesta dei domiciliari e di aggravamento dell’ordinanza del gip, in merito all’accusa di associazione a delinquere.

Gli indagati sono assistiti, tra gli altri, dall’avvocato Paolo D’Amico, Carlo Sariconi, Luigi Rella, Giuseppe Romano, Andrea Sambati. Come spiegato in un precedente articolo, il Riesame ha rigettato anche i ricorsi presenti da Procura e difesa per Attilio Monosi. Dunque resta confermata la misura interdettiva per 1 anno stabilita dal gip Giovanni Gallo.



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