Accecato dalla gelosia spara al rivale in amore. Braccato si consegna dopo 3 giorni di ‘latitanza’

Chiuso il cerchio sul presunto autore della sparatoria al giovane di Cavallino raggiunto da due colpi di arma da fuoco. Si tratta di Ivan Franco, 32enne volto noto alle Forze dell’Ordine per la sua indole violenta.

Si era presentato il 23 giugno scorso, al Pronto Soccorso del ‘Vito Fazzi’ di Lecce con una ferita d’arma da fuoco. ‘Mi hanno sparato’ aveva dichiarato il 29enne di Cavallino facendo scattare immediatamente la caccia all’autore dell’agguato, avvenuto – tra l’altro –  a pochi passi dalla piazza centrale del piccolo comune alle porte di Lecce. Non è stato facile, ma alla fine gli agenti della Squadra  Mobile diretti dal Vicequestore Aggiunto, Alberto Somma e i Carabinieri della Stazione locale, sono riusciti a stringere il cerchio: a impugnare la pistola, spinto dalla gelosia nei confronti di una ragazza, sarebbe stato Ivan Franco, 32enne volto già conosciuto alle forze dell’ordine e ‘noto’ per la sua violenza.
   
Un’indagine serrata che ha permesso di ‘ricostruire’ quanto accaduto quel pomeriggio di giugno: Franco aveva seguito il giovane fino alla sua auto e ha aperto il fuoco, fortunatamente, quando era già salito a bordo. I due proiettili hanno trapassato la portiera anteriore e si erano conficcati nel polpaccio sinistro dello sventurato ragazzo. Poi era fuggito, a piedi, facendo perdere le sue tracce tra le stradine, mentre la vittima spaventata aveva raggiunto il “Fazzi” per le prime cure.
  
Non è stato semplice, come detto, dare un volto e un nome al misterioso uomo, che sembrava come sparito nel nulla. “Irreperibile” come si dice in gergo. Gli investigatori, questa volta, non hanno potuto contare sulle immagini dei sistemi di videosorveglianza. Nessun occhio elettronico aveva immortalato la sparatoria, fornendo indizi utili da cui partire, ma gli uomini in divisa non si sono persi d’animo e ricorrendo all’attività  “classica” – pedinamenti, sopralluoghi, osservazioni –  sono riusciti a beccarlo. Le ‘ricerche’ sono continuate per giorni: Franco sapeva bene di essere braccato, per questo si è nascosto, ma non è servito. Il fuggito si è consegnato spontaneamente, ha raggiunto la caserma accompagnato dal suo avvocato, Riccardo Giannuzzi.
   
È scattato così il fermo per il 32enne che ora dovrà rispondere di porto e illecita detenzione di una pistola revolver calibro 357 magnum, di munizionamento cal.7,65 e cal.357, il tutto rinvenuto durante la perquisizione effettuata nella sua abitazione.
  
Insomma, il fatto di essere propenso a episodi simili ha spinto il Pubblico Ministero titolare delle indagini, Stefania Minnini, ha predisposto il provvedimento restrittivo in parola.
     
“È stata un’operazione condotta in perfetta sinergia tra gli agenti della Squadra Mobile della Questura e i militari dell’Arma dei Carabinieri”, ha affermato il Questore di Lecce, Leopoldo Laricchia.
  
“Grazie a questa strettissima collaborazione, infatti, in breve tempo si è stati in grado di giungere a una conclusione di quanto accaduto e di rintracciare il presunto autore del gesto”.



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