A caccia di ricci nella marina protetta di Porto Cesareo, la Guardia Costiera ne sequestra 2.500

Si è conclusa con il sequestro di duemilacinquecento paracentrotus lividus l’operazione dei militari della guardia costiera di Gallipoli mirata al contrasto della pesca di frodo all’interno dell’area marina protetta di Porto Cesareo.

Due pescatori sportivi pizzicati “sul fatto” e duemilacinquecento ricci sequestrati: è questo il bilancio dell’ennesima operazione degli uomini della Guardia Costiera di Gallipoli finalizzata a contrastare la pesca subacquea di frodo all’interno dell’area marina protetta di Porto Cesareo. Non è la prima volta. Capita spesso, purtroppo, che quel tratto sia preso di mira dai pescatori di frodo, soprattutto durante le feste quando fa piacere avere sulla tavola imbandita questa prelibatezza del mare, conosciuta con il nome scientifico di “Paracentrotus lividus”.
 
L’operazione è scattata alle prime luci della giornata di ieri, dopo una preliminare attività di indagine svolta anche con l’aiuto dei sistemi di videosorveglianza installati nell’area marina protetta. Le immagini degli occhi elettronici hanno permesso di ‘immortalare’ il modus operandi dei pescatori di frodo.
 
Il controllo è scattato quando le imbarcazioni sono tornate in porto. È stato allora che i militari hanno sequestrato i ricci, per un valore di mercato superiore ai mille euro, che i pescatori hanno ben pensato di gettare in mare, pensando in questo modo di sfuggire ai controlli. Stessa sorte è toccata a tutte le attrezzature utilizzate.
 
Come detto, al termine delle attività, due persone sono state deferite alla competente autorità giudiziaria per violazioni sulla legge quadro sulle aree marine protetette 394/1991.
 
I nostri nonni ci hanno insegnato che i ricci (e non solo quelli) vanno rigorosamente consumati nei mesi con la r, ma anche se è difficile resistere a un vassoio pieno di queste prelibatezze da assaggiare con un pezzo di pane, accompagnato da un buon bicchiere di vino bianco, la legge è legge e non ammette ignoranza. 



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