​Volevano vendere oro falso a chi acquista quello vero, smascherata banda che truffava i Compra Oro

Dal modus operandi della banda è stato possibile capire i loro movimenti: i tre avevano girato i ‘Compro oro’ con gli stessi oggetti, cercando di rifilare oggetti falsi e indurre in errore i titolari e, qualche volta, riuscendoci.

Il modus operandi utilizzato da una banda con il pallino dei ComproOro, era sempre lo stesso. In alcuni casi, il copione recitato dagli navigati componenti è persino riuscito a trarre in errore titolari e dipendenti dei negozi che acquistano e rivendono i preziosi. Qualcosa però è andato storto e la messa in scena è stata scoperta.
  
Tutto ha avuto inizio il 16 maggio, quando una dipendente ha composto il 112 per raccontare quanto appena accaduto nell’attività: un uomo le stava cercando di vendere una ingente quantità di oggetti di oro falso, circa 40 grammi di gioielli del valore di mille euro: un paio di orecchini grandi, una collana e un bracciale, per la precisione. Lo stratagemma era semplice: i manufatti erano muniti di un punzone, ganci e altri piccoli inserti in oro di tale perfetta fattura da poter eludere un controllo ordinario al momento della vendita. L’uomo è stato identificato, ma non si è proceduto con altre accuse a suo carico in quanto la titolare non ha deciso di non sporgere denuncia.  
  
La stessa scena si è ripetuta il giorno dopo. Era il 17 maggio, infatti, quando una volante della Polizia è intervenuta in un altro negozio, dove era stato segnalata un raggiro attuato con le stesse modalità. Questa volta, sono finiti nei guai due uomini di 46 e 30 anni ed una donna di 30 anni, tutti di Taranto, indagati in stato di libertà per tentata truffa. Secondo quanto raccontato dal proprietario nella denuncia-querela, i tre avevano tentato di vendere degli oggetti, ma si erano opposti al loro “taglio” proposto dal personale dell’attività commerciale che voleva verificarne il reale valore.  Il titolare, inoltre, consegnava le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza.
  
Ma non è finita, il terzo caso si è verificato il 24 maggio. Visionando i frame delle telecamere che avevano ripreso il tentativo di truffa, è stato riconosciuto uno dei tre tarantini denunciati. E anche il titolare, su richiesta degli investigatori, ha riconosciuto anche la donna che, il 15 maggio, si era presentata nel negozio da sola per vendere l’oro contraffatto.
  
La stessa mattina del 24 maggio un altro titolare di compro oro formalizzava una denuncia-querela a carico di due dei tre tarantini, in particolare della donna e del 30enne per i reati rispettivamente di truffa e tentata truffa e mostrava, in sede di denuncia, gli oggetti utilizzati dalla donna per la truffa, da lui incautamente acquistati. Dalle immagini a disposizione è spuntata fuori un’altra ‘prova’: il bracciale portato in vendita dalla ragazza alle ore 11,00 del 15 maggio è identico per caratteristiche di contraffazione e per  aspetto a quello portato in vendita dall’altro complice alle ore 18,30 del 16 maggio, nonché identico a quello portato in vendita ore 18,00 dello stesso 16 maggio. La collana contraffatta sequestrata il 17 maggio è simile a quella venduta il 16 maggio.



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