​’Quest’uomo non l’ho mai visto in vita mia’: giornalista di Report scagiona il suo presunto aggressore

Emilio Casalini, inviato di Report, si trovava nel Salento per una inchiesta sul caporalato. In aula quando gli è stato chiesto se riconosceva il suo aggressore ha dichiarato di non averlo mai visto in vita mia

Una vicenda giudiziaria dal sapore kafkiano, con un lieto fine per l'imputato grazie alle dichiarazioni rese in aula dalla vittima. Questa mattina si celebrava il processo a carico di un 30enne di Galatone, accusato di avere aggredito con un bastone l'inviato di Report Emilio Casalini che stava realizzando per conto della RAI un’inchiesta sul caporalato ed il fotovoltaico nel Basso Salento.
 
Il 48enne giornalista originario di Padova, ma residente da anni a Roma, è stato convocato innanzi al giudice monocratico Michele Guarini, per deporre nelle vesti di persona offesa. Era presente anche l'imputato, ma nel momento in cui è stato chiesto a Casalini se lo riconosceva, questi ha risposto di non averlo mai visto in vita sua. Il pubblico ministero preso atto della dichiarazione del giornalista ha chiesto l'assoluzione del 30enne di Galatone, tesi confermata attraverso la sentenza del giudice.
  
La vile aggressione  è avvenuta  il 26 agosto di sei anni fa. Emilio Casalini si trovava nel Salento per un'inchiesta sul caporalato, nei campi dove vengono installati gli impianti fotovoltaici.
  
Il giornalista era nei pressi di un cantiere tra Casarano e Collepasso, quando un uomo ha cominciato a inseguirlo con una bastone di ferro tra le mani. Casalini si è rifugiato in macchina, ma l'uomo ha cominciato a prendere a sprangate il tetto della vettura. A quel punto è scappato via e si è diretto a Casarano per sporgere denuncia. Da quel momento sono partiti  i primi accertamenti. I carabinieri di Collepasso, delegati a svolgere le indagini, si sarebbero recati presso il cantiere in costruzione ed avrebbero identificato il presunto aggressore nel giovane di Galatone, impiegato presso l'azienda.
  
Successivamente, Casalini avrebbe sporto denuncia anche presso un Comando dei Carabinieri di Roma, dove risiede, consegnando un video da lui realizzato che ricostruiva le varie fasi dell'aggressione. Il filmato sarebbe stato poi inviato alla Procura di Lecce e successivamente ai Carabinieri di Collepasso per la trascrizione e dunque per verificare se la persona immortalata  fosse la stessa già identificata dopo l'accaduto.
  
Al termine degli accertamenti, il 30enne fu convocato  innanzi ai carabinieri di Galatone, come persona sottoposta ad indagini. In seguito, il pm Giovanni Gagliotta ha emesso il decreto di citazione a giudizio con le accuse di violenza privata e danneggiamento e si è aperto il processo.
  
L'imputato è difeso dall'avvocato Maurizio My che ha chiesto l'assoluzione del giovane. Il legale ha ribadito come la persona ripresa nel video non fosse il proprio assistito. Versione poi confermata direttamente in aula dallo stesso  Casalini, che ha così posto fine all'odissea giudiziaria del giovane di Galatone, durata oltre sei anni.
 



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