Tap rassicura: ‘gli ulivi espiantati a Melendugno sono già ripiantati presso Masseria del Capitano’

Dopo una settimana di tensioni e toni forti, Tap precisa che gli alberi sradicati nel cantiere di Melendugno stanno bene e riposizionati nell’area di stoccaggio. ‘Su di loro – precisa l’azienda – anche un trattamento anti Xylella’.

Sono curati secondo le migliori pratiche agronomiche e in perfetta aderenza al Piano di Gestione approvato da diversi uffici della Regione Puglia gli ulivi già trasferiti nell’area di stoccaggio e lo stesso accadrà a tutti quelli che arriveranno nel sito di Masseria del Capitano”.
 
È quanto afferma TAP, al centro di mille polemiche negli giorni, dopo l’apertura del cantiere per il gasdotto in quel di Melendugno e che prevede l’eradicamento di decine e decine di esemplari di alberi d’ulivo e che hanno fatto gridare allo ‘scandalo’ sindaci, ambientalisti e tanti cittadini.
 
“Si leggono e si ascoltano critiche e valutazioni a dir poco fantasiose sul trattamento riservato agli ulivi – recita la nota di Tran Adriatic Pipeline – accertato a mezzo telefonino da diverse decine di metri di distanza nella luce declinante del tramonto”.
 
Intende fare chiarezza la multinazionale del settore energetico dopo una settimana di tensioni e di toni alti. “Il Piano di gestione degli Ulivi previsto del Decreto di Compatibilità ambientale del gasdotto TAP è stato approvato dalla Regione Puglia attraverso una procedura che ha coinvolto anche la Commissione Ulivi Monumentali; è stato esaminato e giudicato idoneo ai fini fitosanitari dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia; e infine giudicato positivamente dal Servizio Provinciale Agricoltura di Lecce della Regione Puglia.
 
Le operazioni di trasferimento e messa a dimora temporanea sono state condotte dalla ditta Mello di Carmiano, azienda vivaistica conosciuta e radicata su un territorio ad alta vocazione olivicola sotto la supervisione di un dottore agronomo.
 
Gli ulivi – prosegue la nota stampa – sono stati spaziati nei filari tenendo conto delle dimensioni effettive dell’apparato radicale e delle ramificazioni presenti. Non si deve dimenticare che il sito di Masseria del Capitano è un sito di stoccaggio temporaneo e che le piante vengono gestite in vista del futuro reimpianto nel punto di “prelievo”. La zolla contenente l’apparato radicale di ogni singolo ulivo è stata adeguatamente racchiuso in un telo di juta con la finalità di contenere la zolla nella sua interezza evitando ogni rischio di rottura (altro che “aggrovigliamento delle radici” degli alberi…). Tale tecnica, tipica da vivaio, è utilizzata per garantire il massimo attecchimento nel momento del reimpianto”.
 
Sono 211 gli ulivi cui è stato autorizzato l’espianto e presto “si procederà alla erezione di un canapy (una sorta di baldacchino in rete fitta) protettivo rispetto agli insetti vettori del batterio Xylella fastidiosa. Una volta che il canapy verrà completato – si legge ancora nel dettaglio di TAP – sarà possibile procedere con la rimozione delle reti singole anti-insetto attualmente presenti su ogni ulivo, così garantendo che la parte aerea delle piante non venga mai a contatto con l’ambiente circostante”.
 
Vogliamo comunque cogliere nella preoccupazione di tanti (ancorché viziata da critiche infondate), la nostra stessa preoccupazione per la salute degli ulivi affidati alle nostre cure. La stessa preoccupazione che, a giudicare dai brillanti esiti, ha certamente guidato a suo tempo gli enti e le aziende che hanno spostato negli anni scorsi in Salento migliaia di ulivi per realizzare opere infrastrutturali (come l’ultimo tratto dell’Acquedotto del Sinni), nel distratto silenzio dei nostri odierni critici”, conclude TAP.



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