Restaurata la facciata della chiesa del Gesù, torna a svettare il pellicano distrutto da un fulmine

Torna a svettare nella sua completezza la statua del Pellicano in cima alla Chiesa del Gesù, in Via Rubichi. Guido: ‘grazie alla sensibilità di un amico imprenditore, a distanza di 2 anni, la scultura torna ad essere emblema di carità’

Il suo volto ‘orgoglioso’ era stato distrutto da un fulmine, ma da oggi – proprio in concomitanza con le celebrazioni per i 400 anni della morte di San Bernardino Realino, gesuita compatrono di Lecce – il pellicano che aveva lasciato un vuoto incolmabile nei fedeli e nei cittadini potrà tornare a vigilare sulla Chiesa del Gesù, in Via Rubichi. “Merito” di un accordo tra l’assessore all’Ambiente, Andrea Guido e la ditta Marullo Costruzioni di Calimera che ha permesso la realizzazione gratuita di un intervento delicato e complicato, volto al ripristino dell’opera scultorea.
  
Per più di due settimane, i maestri scalpellini della ditta del geometra Luigi Marullo hanno lavorato in laboratorio per creare una copia esatta del volto e del lungo becco dell’uccello in pietra leccese che potesse combaciare con la nuca e le restanti parti della testa. Una volta raggiunto il risultato perfetto, il pezzo è stato fissato utilizzando resine epossidiche e di fibre naturali. Si tratta di tecniche innovative che garantiscono la tenuta nel tempo del restauro attraverso l’utilizzo di sostanze resinose liquide e solide in sostituzione delle tradizionali bullonature in metallo. La statua rimarrà imbracata con dei nastri di sicurezza per i prossimi giorni per permettere la solidificazione dei collanti usati. Una volta completata anche questa fase, si potrà passare alla velatura per ottenere l’uniformità cromatica del nuovo pezzo rispetto al resto della scultura.
  
A spiegare la duplice simbologia del Pellicano è Padre Mario Marafioti: «il fatto che i pellicani adulti curvino il becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella sacca – spiega il gesuita responsabile della struttura di proprietà della stessa confraternita – ha indotto in passato all’errata credenza che i genitori si lacerassero il torace per nutrire i pulcini col proprio sangue, fino a divenire emblema di carità. Il pellicano è divenuto, sin dal medioevo, il simbolo dell’abnegazione con cui si amano i figli. E per questa ragione l’iconografia cristiana ne ha fatto l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, salito sulla Croce e trafitto al costato da cui sgorgarono il sangue e l’acqua, fonte di vita per gli uomini»
  
Le operazioni di restauro si sono concluse nel primo pomeriggio e hanno contemplato anche al posa in opera di una targa marmorea commemorativa del quattrocentesimo anniversario della morte di San Bernardino Realino che verrà scoperta nella mattinata di sabato per mano del Sindaco, in occasione di una cerimonia speciale. 
  
«Il 2 luglio 1616 il sindaco Sigismondo Rapanà eleggeva patrono e protettore di Lecce Bernardino Realino, poco prima che morisse, consegnandogli le chiavi della città – commenta Andrea Guido – Quattrocento anni dopo Paolo Perrone rinnova l’offerta di quelle chiavi al santo gesuita amico dei poveri e soccorritore dei deboli, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. D’Ambrosio. Per l’occasione sono riuscito a far realizzare in maniera gratuita da un amico artigiano l’esatta copia di quella chiave che oggi è ancora custodita all’interno della chiesa gesuita insieme ai resti di San Bernardino. Non riuscirei a fare tutte queste cose – commenta l’assessore – senza l’aiuto dei tanti amici che mi circondano. Fabio, titolare della EDIL FEAL di Lecce, si è preso la briga di realizzare un vero e proprio stampo in gesso in cui ha colato una speciale lega metallica da lui prodotta per ottenere la riproduzione fedelissima delle chiavi. Come Luigi della Marullo Costruzioni, azienda leader nei restauri dei monumenti di epoca barocca, anche lui, lo ha fatto gratuitamente. Mettendo a disposizione il suo tempo, il suo know how e la sua azienda intera».
  
Con questo intervento è possibile anche rimuovere finalmente le impalcature installate sul sagrato della chiesa fissate a protezione dei pedoni dalla caduta di detriti e frammenti dovuta all’accidente di 2 anni fa.



In questo articolo: