L’orsa Kj2 è morta abbattuta. Una questione di interazioni e di cultura

Leccenews24.it ospita sulle proprie colonne l’intervento/editoriale del dott. Stefano Spagnulo – biologo nutrizionista, laboratorista e ambientale – a distanza di alcune ore dall’abbattimento dell’orsa Kj2. ‘Una questione di interazioni e di cultura’.

Le espressioni che vanno dal “si sarebbe dovuto evitare” sino al “non si poteva fare altrimenti” sono tutte fuori luogo, specialmente ora che il principale indiziato e accusato, orso Kj2, è morto abbattuto.  Quello che possiamo dire è che, ora, questo tragico evento farà parlare tanti di noi, tra ambientalisti, animalisti e non. Farà tirare fuori accuse contro istituzioni e di chi addirittura, tenterà ingiustificatamente di boicottare il turismo di un luogo dove insieme ad altri, sta venendo sempre meno efficace il tentativo di legame tra uomo e natura. Una questione di interazioni che sta fallendo sempre di più. 

L’Orsa Kj2 è solo un piccolo esempio di politiche che stanno subendo un fallimento non indifferente. Lupi, Tassi, mammiferi di medie e grandi dimensioni  oramai sono pubblicizzati come inopportuni, scomodi, dannosi  e addirittura alle volte letali. Sono di sicuro parole grossissime che tendono a tenere acceso il dibattito innescato dal mondo della politica e del giornalismo ma di sicuro è il risultato di un’opera che appartiene a gente poco preparata sul tema gestione della fauna.  Il Ministero dell’ambiente nel 2011 ha pubblicato un interessante volume rientrante nella collana “Quaderni  Conservazione Natura” intitolato “Piano d’Azione Nazionale per la tutela dell’Orso Bruno Marsicano”. Un volume accurato e approfondito sul tema, che tratta di tutte le azioni di studio, tutela e convivenza con questa specie molto particolare. Un trattato ambientato alle zone del centro Italia dove questa specie è stata studiata e trattata con elevato rigore scientifico.

A quanto sembra e sostengono importanti associazioni come WWF l’Orso è un animale che naturalmente teme l’uomo e se ne mantiene a distanza, che non ha mai attaccato l’uomo, che si alza in piedi non per attaccare ma per studiare le situazioni, che spesso deve predare per mangiare e che tende a difendere, come madre natura vuole, la propria prole. È un animale di grandi dimensioni e può sembrare molto aggressivo ma molto spesso diviene remissivo nei confronti di attacchi di cani da guardia o lupi. Non possiamo aspettarci un organismo completamente innocuo poiché sempre predatore ma a quanto sostiene la scienza attuale c’è molto di peggio. Quello di cui siamo più sicuri di tutto è che si tratta di un animale che ha paura dell’uomo tanto è vero che se non lo si vuole incontrare basta praticare dei semplici battiti di mani.

Allora come dice il grande Samuele Bersani, l’unica cosa evidente è il mostro ha paura? Cosa è sfuggito di mano alle politiche ambientali affinché si sarebbe potuto evitare questo abbattimento? Davvero non si poteva fare altrimenti? Oppure, se riconosciuto pericoloso, si sarebbe potuto sedare e riportare in un luogo dove l’interazione con altre forme di vita potesse essere più fruttuosa e tranquilla? Ma forse questo non sarebbe potuto avvenire perché altra classe di uomini scelti e di gente sicura lo avrebbe messo nuovamente sul banco degli imputati per nuove aggressioni su animali allevati e su uomini.
La stessa tipologia di gente che con estrema leggerezza dice ai signori turisti di disertare in futuro il luogo dell’uccisione perché se non si riesce ad ospitare gli animali, figuriamoci gli umani. Ma di fatto coloro che si occupano del turismo di tutta questa storia che ne sanno? È ennesima classica storia all’italiana delle mezze verità e della mancanza di competenza.
 
Stefano Spagnulo
Biologo Nutrizionista, Laboratorista e Ambientale
 



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