Istituto per ciechi Antonacci, parla il presidente: ‘Ho risanato e riavviato l’ente. Pago forse per questo?’

Con una nota stampa il presidente del consiglio di amministrazione, Maurizio Antico, ricostruisce passo dopo passo quanto fatto di buono nel corso degli anni nell?interesse dell’istituto.

“La recente campagna di stampa culminata con la notizia riportata nei giorni scorsi, secondo cui ‘Il Comune rivuole il palazzo dell’Istituto per i Ciechi Anna Antonacci’, impone la rottura del silenzio serbato in questi giorni”, si apre così la nota stampa inviata da Maurizio Antico, presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto per ciechi “Anna Antonacci” di Lecce, sulla notizia apparsa su alcuni organi di stampa relativa al fatto che il Comune di Lecce vorrebbe ritornare in possesso del palazzo che ospita la struttura.
  
Ma di cosa tratta l’indagine che ha coinvolto l’istituto?
  
Nella mattinata del 5 luglio scorso i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, insieme agli agenti della polizia Municipale, bussarono alla porta di 21 persone, tra cui due rappresentanti legali dell’istituto per ciechi del capoluogo salentino, 4 funzionari della Provincia e 15 tra dipendenti e collaboratori dell’istituto. A loro venne notificato un decreto di sequestro cautelativo
  
Nella sua nota il Presidente Antico pone l’accento su tutto ciò che è stato fatto dal momento del suo insediamento nell’interesse dell’istituto: “Al momento del mio insediamento nell’agosto 2011, lo stato economico-finanziario dell’Istituto era disastroso, poiché esisteva una notevole esposizione.
  
L’esame della situazione economico-patrimoniale evidenziava l’esistenza di debiti verso banche, fornitori, dipendenti, pari a circa 1milione e 600mila euro; la presenza di dipendenti i cui costi erano privi di copertura finanziaria; lo stato di quasi degrado dell’immobile; un’entità di proventi molto modesta. Ho avviato un’azione di risanamento e di rilancio che ha comportato, per un verso, l’eliminazione dei costi privi di copertura e, per altro verso, il rilancio e la valorizzazione dei fini propri dell’Istituto.
  
Poi Maurizio Antico parla della notizia che è saltata maggiormente agli occhi, quella secondo cui i fondi pubblici sarebbero stati utilizzati non per dare vita ad attività didattiche, bensì per ristrutturare una struttura da utilizzare come bed & breakfast: “La tanto demonizzata Casa per Ferie, che nel vortice di un severo processo mediatico viene indicata come B&B,che è cosa ben diversa, è solo una delle tante iniziative ideate nel 2012 col duplice benevolo intento di promuovere la socializzazione e l’integrazione sociale dei ciechi e, al tempo stesso, trarre risorse modeste, ma di fatto in grado di assicurare all’Istituto un’autonomia finanziaria utile alla propria sopravvivenza. La Casa per Ferie è stata adibita in locali che il Comune di Lecce aveva dignitosamente ristrutturato e che, da tempo, giacevano in stato di abbandono e avendo cura di richiedere e ottenere le necessarie autorizzazioni da parte dello stesso Comune di Lecce al fine della sua attivazione. Ai relativi oneri si è fatto fronte accedendo ad un prestito bancario di 75mila euro richiesto e ottenuto presso la Banca Prossima che ha accreditato la somma in due soluzioni, rendendo in tal modo possibile la sistemazione e la fruibilità delle camere, come è facilmente riscontrabile dai movimenti bancari e dalle fatture di spesa.
  
La Casa per Ferie è stata un’iniziativa fortemente voluta e accolta con entusiasmo dai ciechi, che spesso l’hanno usata anche a titolo gratuito per sé o per ospitare personaggi illustri appartenenti al mondo della cecitàe non corrisponde al vero la notizia più volte riportata su alcuni giornali che siano stati solo DUE ciechi a soggiornarvi, poiché i primi ospiti sono stati un gruppo di bambini ciechi provenienti dalla Bielorussia con i loro accompagnatori personali!
  
L’iniziativa ha consentito all’Istituto di procurarsi quelle disponibilità che, restando fedele alle finalità proprie, gli consentono di pagare il mutuo acceso per l’estinzione dei debiti preesistenti”.
  
Infine la notizia secondo cui l’ente di via Rubichi vorrebbe riappropriarsi dell’immobile che ospita la sede: “Si legge che il Comune di Lecce rivuole il palazzo Giaconia sede dell’Istituto Antonacci, dopo la svolta prodotta dall’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza, ma non che il Comune di Lecce ha sempre fatto parte del Consiglio di Amministrazione attraverso un proprio rappresentante e che per numerosissimi anni ha mantenuto un rapporto di attiva collaborazione con l’Istituto e che, infine, il diritto che accampa sul palazzo Giaconia riguarderebbe semmai una piccolissima porzione dell’immobile, dove hanno luogo una serie di servizi in favore dei ciechi”.



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