Ingresso del Parco di Porto Selvaggio: niente divieto di transito, c’è la ‘sosta selvaggia’

Non solo il problema dei furti a danno dei fruitori dell’area protetta. Nel perimetro del Parco antistante l’ex discoteca ‘Casablanca’ sono stati asportati i cartelli del divieto di transito. Ciò ha determinato un vero e proprio parcheggio abusivo, con tanto di parcheggiatori.

Quando si parla di criticità del territorio salentino, in mente vengono i trasporti. Eppure, volendo un attimo approfondire la questione, non è che le aree di sosta se la passino meglio. Salentini e turisti amanti del mare – o delle serate in spiaggia – parcheggiano le loro automobili un po’ dove capita. Nel migliore dei casi, dentro le campagne che costeggiano la carreggiata, praticamente a ridosso della banchina; nel peggiore, invece, addirittura sulla costa. Pensiamo al litorale di San Foca, ad esempio. O comunque nelle immediate vicinanze delle località balneari esistenti sulla San Cataldo-Otranto. In redazione, a tal proposito, ci perviene la segnalazione di Lorenzo Siciliano – consigliere comunale neretino del Partito Democratico – circa le condizioni dell’ingresso del Parco di Porto Selvaggio. “Ha bisogno di una vigilanza ambientale più assidua – scrive – soprattutto in un periodo come questo, in cui le presenze turistiche aumentano nettamente”.

Nei giorni precedenti, infatti, si sono registrati alcuni furti a danno dei fruitori dell'area protetta, ma il problema non è solo questo. Infatti, nel perimetro del Parco antistante l'ex discoteca "Casablanca" sono stati asportati, poche settimane fa, i cartelli di divieto di transito ed ora quell'area è diventata un vero e proprio parcheggio abusivo con tanto di parcheggiatori (naturalmente abusivi). “Questo, senza contare che stiamo parlando di una zona ‘boscata’ – prosegue Siciliano – e che, pertanto, un eventuale incendio, manderebbe in fiamme decine e decine di autovetture. Praticamente l'inferno. Inoltre, dove più alta è la concentrazione di bagnanti, cioè nella baia e dintorni, la presenza di personale che tenga sotto controllo eventuali criticità, sarebbe quanto mai opportuna”.

Perché allora non avvalersi della collaborazione della Protezione Civile CEP, visto che la stessa ha in essere una convenzione con il Comune di Nardò, che prevede anche la vigilanza ambientale?”, si chiede ancora. Del resto, l'ARIF opera nel Parco, ma ha competenze solo in materia di antincendio e quindi non può dedicarsi ad altre mansioni.

Pertanto, l'invito che rivolgo all'assessore De Tuglie – conclude – è quello di attivarsi celermente per organizzare un efficace controllo del Parco attraverso la CEP Protezione Civile e il personale della Polizia Locale”.



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