Il Salento perde il Frecciarossa. L’ultima fermata torna ad essere Bari

È durata soltanto sette mesi l’esperienza dell’alta velocità nel Salento. Da domenica 15 gennaio il Frecciarossa Milano-Lecce (e vicecersa) partito lo scorso 12 giugno dopo una serie di battaglie viene soppresso e limitato a Bari.

È stato bello ma è durato poco, sette mesi per l’esattezza. Eppure, nonostante il successo ottenuto dal Frecciarossa che collegava Lecce a Milano, durante il fine settimana e nei giorni festivi, la sua esperienza sembra essere giunta al capolinea. Da domenica, 15 gennaio l’alta velocità si fermerà a Bari, escludendo dalla tratta il Salento, una terra a forte vocazione turistica, ma che ha nei collegamenti il suo tallone di Achille. Insomma, i numeri ottenuti dall’ETR500 non sono bastato ai vertici della società che si occupa dei trasporti su rotaia che hanno deciso di tornare ai loro propositi iniziali: il capoluogo pugliese sarà l’ultima fermata. La “colpa” – se così si può dire – sarebbe stata della scarsa affluenza del treno, che si è riempito di passeggeri come era prevedibile solo a ridosso delle vacanze estive e natalizie. Di certo, non hanno aiutato gli orari di partenza/arrivo da Milano che non consentono di raggiungere o lasciare la stazione Centrale con mezzi pubblici.

Resta confermato tutti i giorni il Frecciarossa Milano – Bari e vv. 9803 – 9814, che nelle giornate di sabato e domenica continuerà a partire da Milano Centrale alle 6.00 come FR 9801 per arrivare a Bari alle 12.39 ed in senso inverso lascerà il capoluogo pugliese alle 17.04 come FR 9816 concludendo la corsa a Milano alle 23.50.
 
«Nel ricordare che il treno Frecciarossa non è l'alta velocità che è ben altra cosa – commenta Paolo Pagliaro dell'Ufficio di Presidenza Nazionale di Forza Italiaancora una volta il Salento viene schiaffeggiato! Resta confermata la tratta fino a Bari. I nostri politici dove sono? A Roma? Ma sono in vacanza oppure vogliono alzare la voce? Ancora una volta il nostro territorio è trattato come fosse l’ultima ruota del carro».
 

A questo punto, serviranno a ben poco le battaglie, se all’atto pratico i passeggeri hanno dimostrato di preferire altri modi di spostarsi. 



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