Ecco perchè il prof. Fontanazza ha scelto l’orto degli ulivi per cercare la varietà resistente alla xylella

L’ex direttore del Cnr di Perugia si dice convinto del fatto che lo spessore scientifico del gruppo di ricerca impegnato nel progetto denominato ‘orto degli ulivi’ darà importanti risultati. Un’intervista a tutto campo che spazia su temi di scottante attualità.

La notizia diffusa dalla stampa circa la diversa suscettibilità al batterio Xylella fastidiosa della cultivar di Olive fs – 17 ha fatto nascere un dibattito sia tra gli addetti ai lavori che tra i cultori della materia. Per chiarire le questioni sollevate da tale dibattito abbiamo sentito il prof . Giuseppe Fontanazza già direttore del Cnr di Perugia che è lo scienziato che ha costituito questa cultivar oltre che i vari genotipi che saranno testati nel campo denominato “Orto degli Ulivi” dove avrà luogo il processo sperimentale che coinvolge il Presidente di Copagri Lecce Fabio Ingrosso, l’esperto dottore agronomo Giuseppe Vergari e una equipe di ricerca dell’Università di Foggia guidata dal prof. Francesco Lops per gli aspetti patologici.
 
Professore lei è il costitutore della cv di oliva fs-17, ci può parlare come l’ha ottenuto, questo per fare chiarezza perché nel Salento e sui media girano tante confusioni.
La storia della Fs-17 oggi nominata Favolosa in quanto marchio depositato in Italia, negli USA e in Spagna, nasce con avvio negli anni '70 del secolo scorso, di un programma di ricerca per il miglioramento genetico dell'Olivo presso il Centro di studio per la Olivicoltura CNR con sede presso Coltivazioni Arboree della Facoltà di Scienze Agrarie dell'Universita di Perugia.
In sintonia con quanto ottenuto per la frutticoltura avvio un programma di miglioramento ex-novo con l'olivo attraverso incroci tra varietà sia tra parentali noti che da impollinazione libera di varietà -base. La Fs-17 proviene da questa seconda tecnica genetica e nel caso specifico la nuova linea genetica si ottiene per selezione massale su circa 450 piante provenienti da semi raccolti su una pianta di cv Frantoio opportunamente scelta.
L'aspetto nuovo che si e' presentato e' stato appunto la bassa vigoria dell'individuo, apparso subito interessante per una prima utilizzazione come possibile portinnesto clonale, cioè piante da innestare in quantità con moltiplicazione per talea di rametto per essere testati per una presumibile riduzione di vigoria di varietà di olivo con vantaggi sulla gestione della pianta a fini di impianti a media e alta densità .
Successivamente si e' seguita la evoluzione della Fs-17 dal passaggio della fase giovanile( non fruttificante ) alla fase evoluta adulta fruttificante nel corso di un decennio circa. risultati ottenuti in pochissimi anni hanno messo iin evidenza le particolari caratteristiche bio -agronomiche della nuova cultivar con produzione elevata e costante e crescente negli anni il cui olio e' risultato di ottima qualità con resa superiore alla varietà d'origine.

Sempre per chiarezza e comprensibilità gira voce che la fs 17 è una cultivar clonata o ottenuta in laboratorio ci spiega questo?
La Favolosa non è stata ottenuta in laboratori con manipolazione genetica, della qualcosa possono testimoniare i tecnici che hanno collaborato con me nel corso della sperimentazione.
La pianta originaria è stata propagata per talea e così operando tutte le piante che si ottengono con la clonazione sono geneticamente identiche tra loro a meno che non si verifichino mutazioni che e' difficile osservare nell'olivo.

Si dice la favolosa è una cultivar adatta solo ad impianti superintensivi dove si guarda solo la produttività a scapito della qualità dell’olio ci può spiegare meglio questo fatto?
Si può affermare se si fa riferimento ad oliveti della stessa varietà coltivati secondo tecniche corrette seguite dallo stesso proprietario o tecnici preparati e competenti che in casi specifici si sono registrati a partite dal terzo,  quarto anno produzioni che sfiorano 10 tonnellate ad ettaro con costanza produttiva e in alcuni casi, ovviamente con adeguata disponibilità di irrigazione si sono registrate punte elevate di produzione.
Come è oggi la situazione della cv favolosa essendo la stessa coperta da brevetto, chi sono i vivai che gestiscono la vendita in Italia di questa cv.
Attualmente i licenziatari di Favolosa con concessione per contratto con il CNR, ente pubblico con propria autonomia , sono tre che praticamente coprono il territorio nazionale e devono rispondere al CNR per la produzione in senso genetico e di qualità delle piante oggetto di commercializzazione in base alla richiesta di mercato; nel caso della Puglia i licenziatari sono due: Oliveti d'Italia per la l'alta e media Puglia e il Vivaio Russo con sede a Randazzo (pov. Catania) cui compete i territori delle due provincie Brindisi e Lecce.
 
Veniamo a questo nuovo progetto a cui lei sta collaborando avendo fornito delle piante ottenute da incrocio controllato di diverse varietà ci può dire qualcosa?
Potrei rispondere sinteticamente dicendo che il progresso vero in olivicoltura si basa sul miglioramento genetico e, sulla base delle attuali normative, l'unico metodo possibile e' il miglioramento genetico, come già descritto, basato su incroci controllati e liberi ed ove possibile sull'auto incrocio.
Il campo di prossima realizzazione nel Salento definito 'Orto degli Ulivi' non e' altro che un campo sperimentale in cui di farà miglioramento genetico operando una drastica selezione su circa duecento nuove linee genetiche da incrocio con varie cultivar di olivo mirata alla selezione di nuovi genotipi con caratteristiche bio-agronomiche, resa e qualità dell'olio adatte all'ambiente articolato del Salento, Ovviamente esperti patologi e vari ricercatori si occuperanno insieme ad agronomi competenti per testare la resistenza/ tolleranza alla Xylella Fastidiosa presente nell'ambiente; senza escludere test di altri patogeni.
La collaborazione per un progetto di ricerca e sperimentazione così ampia e articolata non può prescindere dalla disponibilità di appezzamenti ove realizzare campi sperimentali messi a disposizione di dovrà seguire l'evoluzione del processo sperimentale che coinvolge un esperto dottore agronomo dr. Giuseppe Vergari, una equipe di ricerca dell'Universita' di Foggia guidata dal prof.Lops per gli aspetti patologici che lentamente porterà presumibilmente a riduzione del numero di alcune linee genetiche restringendo il numero di piante e sostituendole con altre linee.
 
Come mai lei ha preferito collaborare con questo gruppo?
E’ perché il progetto ampiamente studiato e valutato da chi vi partecipa si basa tutto su appropriati appezzamenti di terreno con diversificate caratteristiche pedologiche e ambientali, sulla collaborazione di esperti docenti, ricercatori preparati e tecnici esperti e sopratutto sulla disponibilità di una articolata gamma di numerosissimi nuovi genotipi di olivo da incrocio controllato e libero.
 
 Anche su questo c’è molta confusione qualcuno rivendica il fatto che l’idea è stata presa da questo gruppo, quindi c’è stato qualcun altro soggetto che le ha proposto di effettuare questi campi con queste piante, potrebbe spiegarci, per una forma di chiarimento, questa situazione?
Seguendo il proprio pensiero, forte dell'immaginazione che va oltre l'analisi di come impostare correttamente un progetto cosi' ampio e articolato, c'è chi ritiene con superficialità che si possa collaborare con chiunque, sopratutto quando si parla di miglioramento genetico dell'olivo; tematica pressoché ignorata e comunque con esperienze superficiali.  Chi ha suggerito a qualcuno idee improvvisate provocando illusioni di un mio personale coinvolgimento in un progetto così ampio e complesso, che comporta disponibilita di materiale genetico caratterizzato da forte variabilita' che merita una corretta programmazione e profonda conoscenza a fini selettivi, non ha tenuto conto di trovarsi di fronte ad un sicuro fallimento.

di Antonio Bruno, dottore agronomo



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