‘Maggiore dignità per la docenza’. Professori universitari sul piede di sciopero: a rischio gli esami di settembre

Gli esami di profitto della sessione autunnale sono a rischio in molte università italiane a causa di un minacciato sciopero da parte dei docenti. Anche l’Unisalento deve fare i conti con i probabili disagi con le associazioni studentesche che chiedono maggiori tutele.

Oltre 5mila docenti e ricercatori universitari di 79 università e italiane sono sul piede di guerra. Sono 5.444, infatti, coloro i quali hanno sottoscritto la “Lettera di proclamazione di sciopero dagli esami di profitto della sessione autunnale”, il che, di fatto, mette a rischio gli appelli delle sessioni post-estive in molti atenei, compreso quello salentino.
 
Si tratta di uno sciopero finalizzato a ottenere l’adozione di un provvedimento di legge, in base al quale, le classi e gli scatti stipendiali dei Professori e dei Ricercatori Universitari e dei Ricercatori degli Enti di Ricerca Italiani aventi pari stato giuridico, bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio del 2015, anziché, come è attualmente, dal 1° gennaio 2016 ed inoltre il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015.
 
Una Lettera redatta dal “Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria” e che così rischia di penalizzare i tanti studenti che hanno fissato nel loro calendario accademico uno o più esami proprio nella sessione autunnale. È pur vero che gli stessi docenti aderenti allo sciopero hanno specificato che “verrà assicurata in ogni caso la tenuta di almeno un appello degli esami di profitto nell’ambito del periodo 28 agosto – 31 ottobre p. v.. Chiederemo alle strutture degli Atenei di competenza di fissare un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero”, ma i disagi potrebbero comunque essere tanti.
 
Anche l’Università del Salento, al pari di tanti altri atenei del Paese, deve fare i conti con decine di professori pronti a incrociare le braccia e la situazione sta destando preoccupazione negli studenti e nei loro rappresentanti.
 
“Crediamo che il blocco degli scatti stipendiali, imposto solo alla categoria dei docenti tra quelle dei lavoratori in regime di diritto pubblico non contrattualizzati, – dichiara Rosanna Carrieri, coordinatrice di Link Lecce – sia sintomatico non solo dello svilimento del ruolo del corpo docente universitario ma anche della delegittimazione dell’intero sistema universitario.” Infatti la vicenda si inquadra all’interno di una politica complessiva che ha sempre maggiormente svalutato e attaccato il ruolo dell’Università e della Ricerca, come dimostrato dal drastico ridimensionamento dell’intero sistema universitario pubblico nazionale. Siamo nel paese in cui oltre 66.000 studenti hanno rinunciato a iscriversi all'università negli ultimi dieci anni, il corpo docente si è ridotto del 20% e il tasso di laureati ci colloca all’ultimo posto tra i Paesi europei. Di fronte a tale scempio pretendiamo un immediato e radicale cambio di rotta.
 
Tale forma di protesta – prosegue la nota di Link – non deve però ledere la possibilità degli studenti di svolgere gli esami di profitto, né pregiudicare la partecipazione alle sedute di laurea. Per questo abbiamo presentato una mozione al Senato accademico, che si riunirà domani 28 luglio, – dichiara Maria Pia De Medici, senatrice accademica di Link Lecce –  chiedendo, in particolare, che in ogni Corso di Studi sia fissato un appello in più per gli insegnamenti in capo ai docenti aderenti allo sciopero, in modo che, laddove sia previsto un solo appello ordinario nel periodo di proclamazione dello sciopero, sia garantito un secondo appello dopo il quattordicesimo giorno dalla data dello sciopero, disapplicando, se necessario, le regole del manifesto degli studi dei corsi di laurea che fissano i periodi di svolgimento degli esami di profitto; che il secondo appello garantito dopo il quattordicesimo giorno dalla data dello sciopero, venga fissato non oltre la data di inizio delle sedute di laurea; che vengano prorogate eventuali scadenze relative alla consegna dei documenti di laurea.”
 
A schierarsi al fianco delle istanze degli studenti è anche l’associazione Focus Studenti Lecce che, attraverso il suo presidente Giulio Agnusdei, rende noto che “non intendiamo entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto i docenti a indire lo sciopero, ma continuiamo a rimanere perplessi rispetto alle modalità di sciopero, che a nostro avviso non sono sicuramente le migliori: perché penalizzare gli studenti in maniera così diretta, col rischio di strumentalizzarli?
 
“Chiediamo al Rettore, anche in qualità di componente della CRUI, di convocare un tavolo di confronto tra docenti e studenti dell'Università – prosegue Agnusdei – possono essere suggerite modalità differenti di sciopero e individuate soluzioni concrete agli eventuali disagi. Sarebbe importante poi portare le istanze direttamente al Ministro Fedeli affinché riapra subito un tavolo di concertazione coi docenti, che possa essere il primo passo di un ritorno ad investire in Istruzione e ricerca da parte del Governo”.
 
E proprio dal Governo sembra arrivare una forma di apertura. Il Ministro dell’Istruzione e della Ricerca Valeria Fedeli ha annunciato l’intenzione di inserire nella legge di bilancio proprio l’aumento degli scatti. Un passo importante e che potrebbe scongiurare lo sciopero e che dall’associazione Focus commentano così: “è importante in questo particolare periodo storico che il Governo torni a considerare l'Università volano di crescita, riattivando gli investimenti nell'ambito dell'istruzione e della ricerca: lo sviluppo del Paese passa inevitabilmente attraverso ciò. L'Università è il luogo che forma le coscienze degli uomini e delle donne del futuro ed è impensabile che chi governa il nostro Paese non abbia la volontà di agevolare tale processo: come se un padre ed una madre non pensassero al futuro dei propri figli”.



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