​Pagodina, ancora tu ma non dovevamo vederci più? Salvemini non dimentichi quando voleva la Piazza libera

Torna la questione nel cuore di Lecce relativa alla presenza di pagodine intorno all’ovale della Lupa. Purtroppo nemmeno dopo le polemiche degli ultimi anni si riesce a liberare lo spazio più bello nel centro della città.

Sul decoro urbano e sul degrado in città il nuovo Sindaco Carlo Salvemini è stato di parola. L’aveva promessa in campagna elettorale e lo ha fatto: ha convocato una conferenza stampa in cui ha spiegato come intende risolvere il problema degli ‘sporcaccioni’ che non conferiscono i rifiuti negli appositi contenitori della differenziata.
 
Il Primo Cittadino ha anche detto che aumenterà i controlli, fino ad ora a suo dire molto blandi, per multare tutti coloro che sporcando la città la offendono e ne deturpano l’immagine in un periodo di boom turistico in cui Lecce si dimostra sempre capitale delle vacanze.
 
Ma proprio per quei turisti a cui vogliamo presentare Lecce nella maniera più bella è opportuno portare avanti un’altra battaglia che sempre lo stesso Sindaco Salvemini, ai tempo dell’opposizione, aveva lanciato: mai più pagodine sull’ovale di Piazza Sant’Oronzo, perché quello spazio scenico è bello così com’è, da gustare tutto d’un fiato senza l’intromissione di fastidiosi stand. Il perché è ben spiegato: oggi, passeggiando per le vie del centro storico, è impossibile non notare casette e piccoli prefabbricati installati attorno al mosaico della Lupa, appena restaurato.
 
Anni fa LecceNews24.it abbracciò l’iniziativa dell’allora consigliere di opposizione Carlo Salvemini che ebbe a dire parole dure contro l’iniziativa dell’Amministrazione di spalmare in ogni dove, nel cuore della città barocca, stand – allora addirittura in pvc – che era un’offesa alla bellezza di quella Piazza.
 
“Non  è Piazza S.Oronzo ad avere bisogno di fiere, esposizioni, raduni e mostre per attrarre turisti. – chiosò nel lontano 2014 il consigliere comunale di Lecce Bene Comune, Carlo Salvemini -. Semmai il contrario: è la centralità dello spazio, la sua storia, la sua simbologia a valorizzare le tante manifestazioni che vi si organizzano. Si va nel cuore della città a prescindere: come passaggio obbligato per i turisti in visita, come rito e consuetudine per i leccesi. Partendo da questa elementare premessa non deve essere difficile accettare l'idea che se per te organizzatore di mostra, fiera, esposizione, raduno è decisivo essere nel salotto della città devi accettare due condizioni: utilizzare allestimenti di qualità e quindi rinunciare in partenza all'idea delle pagodine; pagare un'occupazione di suolo pubblico mediamente più cara, perché essere ospitati in Piazza S.Oronzo è un lusso che va pagato. Diversamente la città offre altri spazi forse meno centrali ma non meno comodi a chi è interessato a promuovere il proprio prodotto o servizio. Insomma – concluse Salvemini – se Piazza S.Oronzo è il salotto della città trattiamolo come tale, no?”.
 
Ecco, oggi vorremo che quelle stesse parole il Sindaco le riattualizzare e le tenesse bene in mente perché non è possibile che ancora nel pieno del boom turistico in città si assistano ad eventi che restringono e racchiudono quello spazio, imbruttendolo.
 
Una polemica, questa, che nel corso degli anni si è susseguita ciclicamente, investendo, tra gli altri, anche Paolo Foresio, allora capogruppo di opposizione del Partito Democratico, oggi Assessore alle Attività Produttive e Spettacoli nella Giunta Salvemini.
 
“Possibile – attaccò Foresio – che non ci sia una linea guida precisa su cosa e chi possa occupare la piazza centrale più importante della città? Possibile che non ci sia un’idea su cosa può essere ospitato nel salotto buono di Lecce e cosa no? Piazza Sant’Oronzo dovrebbe restare fruibile a tutti, bellissima com’è, con l’anfiteatro romano, il sedile, l’ovale con la lupa che raccontano da soli la storia della città. Non si svende la bellezza per qualche centinaia di euro di occupazione del suolo pubblico”. Impossibile dimenticare queste parole.
 
Anche noi, come pensavano anni fa Carlo Salvemini e Paolo Foresio, pensiamo che altri siano gli spazi da dedicare a quelli eventi; allora fummo inascoltati, ma adesso che Salvemini ha il potere per farlo ci piacerebbe che dalle parole si passasse ai fatti.



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