​I rom che avevano occupato la masseria sono andati via. Tutti tranne uno, ma ha fatto le valigie

Sono andate via le famiglie rom che avevano trasformato la masseria di Luigi Marzo in tante abitazioni di fortuna. Nella proprietà nelle campagne tra Lecce e Novoli è rimasto solo un ospite indesiderato che ha chiesto 24 ore di tempo: ‘Parto per la Romania’

«La coda è sempre la più difficile da scorticare». Usa un proverbio popolare Luigi Marzo, il pensionato 76enne di San Pietro in Lama che finalmente potrà riprendersi quello che è suo. Le famiglie rom che avevano trasformato la sua masseria in tante abitazioni di fortuna hanno deciso di andare via, di cercare un riparo altrove forse stanche di essere perennemente sotto le luci delle telecamere, locali e nazionali.

Nella proprietà di 13 ettari nelle campagne tra Lecce e Novoli è rimasto solo un uomo che, esattamente come avevano fatto i suoi “vicini di casa” in passato, ha cominciato a urlare «Per favore andate via» alla vista delle telecamere. A microfoni spenti ha promesso che partirà giovedì, ci mostra le valigie per dimostrare che sta dicendo la verità, ma seduto su una sedia al centro dello stradone che divide i fabbricati ha avuto comunque la faccia tosta di dire che «non è giusto», che non aveva fatto male a nessuno.

Non è stato giusto che un pensionato sia dovuto entrare nella proprietà ereditata dalla sorella scortato per paura che quelle minacce di morte urlate per impedirgli di avanzare pretese si trasformassero in fatti concreti. Non è giusto che, un 76enne abbandonato dalle istituzioni, abbia dovuto rivolgersi alla stampa per smuovere le coscienze. Non è giusto che siano passati sette mesi mentre le denunce, gli esposti e le richieste di aiuto cadevano tutte nel voto.

Nessuno potrà restituire a Luigi la serenità persa, come nessuno potrà ripagare i danni che gli ospiti indesiderati hanno arrecato alla struttura per ricavarne tanti mini-appartamenti in cui abitare con uno stuolo di figli al seguito. «Migliorie» avevano dichiarato gli stranieri quando hanno chiesto al pensionato di essere risarciti per i soldi spesi. Anche questo hanno fatto, facendo diventare la vicenda un pasticcio all’italiana, un paradosso che secondo i rappresentanti di Noi con Salvini, guidati dal segretario provinciale Leonardò Calo,  che hanno effettuato un sopralluogo per verificare che le promesse di lasciare la masseria fossero state  mantenute, vede un solo sconfitto: lo Stato italiano.

«Oggi – si legge in una nota a firma di NCS – si aprono nuovi problemi: chi provvederà alla bonifica e messa in sicurezza dell’immobile? A titolo risarcitorio auspichiamo che almeno a questo provveda il Comune di Lecce».

«Si badi bene – precisano i Salviniani che hanno seguito passo passo la vicenda permettendo che non calasse mai l’attenzione  – sono andati via senza l’intervento di nessuna Istituzione (Amministrazione Comunale, Prefettura e Procura) che nulla hanno fatto ed anzi, con i loro rimpalli, hanno contribuito solo a peggiorare la situazione».

Interviene anche il candidato sindaco di Lecce 2017 Mauro Giliberti che già nei giorni scorsi aveva sollecitato le autorità competenti: «a conclusione di questa sofferta vicenda – commenta il giornalista – vogliamo augurarci che le istituzioni pubbliche, magari attraverso il contributo di associazioni o aziende private, vogliano provvedere alla bonifica della masseria. La riqualificazione strutturale è in capo al proprietario, ma sarebbe un gesto di grande valore sociale da parte delle autorità civili voler contribuire al ripristino igienico – sanitario della masseria.

Una storia a lieto fine? Non proprio. A preoccupare ora è il tempismo con cui i rom hanno lasciato la masseria, mentre rimbalza la notizia di un altro immobile occupato a Torre Chianca.



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